Capolavori che donano abbracci

Martedì 15 Ottobre 2019
Capolavori che donano abbracci
ARTE
«Un buon incontro ci trasforma, ci fa sentire diversi. Potersi confidare l'uno nell'altro, ascoltando ognuno parole diverse, può cambiare le prospettive della nostra storia fino ad attribuire a essa nuovi significati». Parola di Alfonso Pluchinotta, chirurgo senologo, curatore di una mostra d'arte che fa della relazione d'amore, il suo perno. La rassegna a sviluppo tematico s'intitola Incontro e Abbraccio ed esplora, attraverso una raccolta di ben 120 sculture del Novecento, le molteplici singolarità della condizione umana, quel capitale non monetizzabile costruito sulle relazioni interpersonali: carezze date, ricevute o mancate, abbracci richiesti, contraccambiati, troppo stretti o mai ricevuti, vicinanze fisiche ed emotive, sintonie a fior di pelle, incontri del destino, casuali, fecondi o sbagliati.
GRANDE TENSIONE
Centoventi opere, spesso capolavori, di Auguste Rodin, Vincenzo Gemito, Arturo Martini, Pietro Canonica, Jacques Lipchitz, Agenore Fabbri, Virgilio Guidi, Luciano Minguzzi, Fernand Legèr, Henry Moore, Marcel Duchamp, George Segal, Salvator Dalì, Lorenzo Quinn, Igor Mitoraj fino alle tendenze iconiche di fine secolo. Tutti riunite per sottolineare le tante attese da cui siamo circondati. Attese di persone che chiedono il sostegno di una parola, il riconoscimento di uno sguardo, la condivisione di un gesto. L'obiettivo del percorso espositivo così concepito (Palazzo del Monte di Pietà a Padova, dal 16 novembre al 12 gennaio), è quello di offrire una visione dell'uomo, aperto e positivo, in contrapposizione a chiusure, indifferenza o disimpegno.
LA VITA
A fare da filo conduttore sono il cammino della vita, la formazione, la relazione, la lontananza, l'attesa e la compassione. «Tra le espressioni artistiche - sottolinea Maria Beatrice Autizi, storico dell'arte, altra curatrice della mostra - la scultura è quella che riesce a rappresentare meglio le problematiche dell'uomo, per la tridimensionalità e per la relazione dei corpi e delle forme nello spazio: quello spazio intimo della materia che racconta il corpo trasformandolo in forma e luogo di accadimenti nelle più diverse modulazioni, ora armoniche in una compostezza classica, ora enfatizzando il movimento con cui la materia racconta se stessa, ora sollecitando le superfici con tonalità impressioniste, o ripiegando su narrazioni liriche, o simboliste, o metafisiche». La scultura si fa qui sollecitazione, introspezione, ricerca delle forme e dei gesti. L'arte plastica esalta la complessità dei volumi e richiama l'attenzione sul dettaglio, aspetto valorizzato dalla possibilità data ai visitatori di rigirare e toccare alcune delle opere in mostra.
LA FIGURA UMANA
Soprattutto la figura umana a più dimensioni suscita osservazioni diverse, invita a riflettere sulla vita, le sue grandezze e le sue fragilità, più di quanto potrebbero le immagini bidimensionali di uso comune. «Ci stiamo diseducando alla tridimensionalità, al tatto, alla durata che genera rappresentazione - sottolinea Pluchinotta -. Nell'epoca digitale, l'Umanesimo appare sempre più lontano, scavalcato, ma non domato, dalla velocità e dalle nuove possibilità di comunicazione, che limitano la dimensione reale e rispondente dei contatti». A promuovere la mostra è la Fondazione Salus Pueri, onlus creata nel 1992, per far sì che la Pediatria del Policlinico di Padova sia sempre più casa, naturalmente temporanea ma familiare, per i più piccoli. Al progetto hanno aderito l'Università di Padova (dove ci sono bellezza, cultura e arte l'Ateneo non può mancare, sottolinea il magnifico rettore Rosario Rizzuto), la Fondazione Cariparo con il patrocinio della Commissione Europea e di Regione, Provincia e Comune. Per il valore sociale oltre che culturale della grande rassegna, l'ingresso sarà gratuito, salvo una donazione libera a sostegno delle attività della Fondazione Salus Pueri.
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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