CAOS TRASPORTI
VENEZIA L'estate che vive un ritorno del turismo continua a battere

Lunedì 2 Agosto 2021
CAOS TRASPORTI VENEZIA L'estate che vive un ritorno del turismo continua a battere
CAOS TRASPORTI
VENEZIA L'estate che vive un ritorno del turismo continua a battere sul nervo scoperto dei trasporti. Venezia da inizio anno continua a fare i conti con difficoltà soprattutto dal punto di vista del comparto acqueo. Da mesi infatti tiene banco un braccio di ferro tra azienda/Comune e dipendenti che non riesce a trovare una quadra. Il copione è già visto e continua: ritardi, code agli imbarcaderi, mezzi fuori uso e il nodo equipaggi, con chi da un lato afferma che si sia sotto organico e chi dall'altro fa sapere che le risorse sono contingentate. Sta di fatto che quella che era una vera e propria eccellenza, oggi non lo è più. Il vaporetto che scandiva gli orari spaccando il minuto oggi è un ricordo. E pazienza se in alcune occasioni ci si può anche tappare il naso, perché del resto la pandemia ha mescolato pesantemente le carte. Quello che rimane indiscutibile è che il disagio per chi dipende dell'acqua, come gli isolani, deve trovare una soluzione.
DISAGI NELLE ISOLE
Vaporetti che ritardano di dieci minuti possono causare problemi a cascata di ore, perché da quello può dipendere una coincidenza con i bus o i treni, per non parlare di chi deve ricorrere all'aereo, ora che si può. In città le lamentele proseguono senza soluzione di continuità, basta fare una passeggiata per capire che il tema è sentito. Oggi salire su una linea 4 dalla Giudecca o da Murano somiglia sempre di più a una roulette: «Sarà già passato? Dovrà ancora passare?». E c'è chi ormai ha tarato l'orologio sui cinque-dieci minuti dopo. I residenti a Venezia ormai sono pochi, di conseguenza contano anche poco, i pendolari vivono di sacrifici, e così il nodo centrale rimane il turismo, con i portafogli di chi arriva da sfoltire a colpi di euro. Un turismo che però è distante da quello che era una volta, più attento anche alle spese.
IMBARCADERI AFFOLLATI
Le code agli imbarcaderi di Punta Sabbioni, così come quelle dei principali hub cittadini, una riflessione le impongono, offrendo il destro a chi può accusare liberamente Comune e manager di Actv. «L'azienda non è in grado di applicare il contratto di servizio, i disagi a Punta Sabbioni sono la prova», attacca Valter Novembrini, della Filt Cgil. Il sindacalista spiega: «È allucinante, perdiamo risorse e introiti perché non si vuole aumentare il servizio: c'è una mancanza di stagionali e di fabbisogno a cui corrisponde una scelta precisa di azienda e Comune, che non vogliono assumere. Se ne assumano la responsabilità».
IL CONTENZIOSO
Un fattore spiegato più volte dalla controparte, che risponde a esigenze di bilancio, che nonostante i tempi di pandemia per l'Amministrazione va sanato prima di tutto. Però per chi vive i problemi esistono e resistono: «Oggi (ieri, ndr) è stato un disastro: le motozattere sono ferme, la Lido, Metamauco e San Nicolò non sono in servizio, c'erano solo la San Marco e Marco Polo, le più piccole, con la conseguenza delle code al Tronchetto disastrose», tuona Novembrini. La rabbia continua: «È finito il tempo di addossare le responsabilità ai lavoratori, alla vertenza e alle denunce di sabotaggi. Qui è chiaro che la responsabilità è dell'azienda e dell'incapacità aziendale a programmare sia le manutenzioni che il trasporto. Sabato sono saltate due corse di motozattere per assenza di comandante. Continuano ad addossare le responsabilità ad assenze improvvise, ma manca il personale, non coprono neppure le riserve, provino a cambiare registro, non possono quotidianamente incolpare i lavoratori per la loro incapacità». Segnalazioni di corse serali saltate si sono verificate negli ultimi giorni, il referendum in cui i dipendenti diranno la loro è previsto per l'11 e 12 agosto: la partita non è finita.
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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