«Canoni concordati per ripopolare la città»

Domenica 19 Gennaio 2020
«Canoni concordati per ripopolare la città»
RESIDENZA
MESTRE Prima di farci conoscere (in ordine di preferenza) il nome del futuro candidato sindaco, oppure la data delle primarie, il Partito Democratico veneziano presenta una proposta di delibera che arriverà nei prossimi giorni in Consiglio comunale, per l'istituzione dell'Ufficio sociale per il rilancio della locazione del Comune. Partendo dai dati ricavabili dall'ufficio anagrafe che certificano come nell'anno appena terminato la popolazione residente sia scesa sotto la soglia dei 260mila abitanti, l'obiettivo del Pd è invertire un trend demografico negativo che pare contenuto ma inarrestabile. Tra le ragioni del declino demografico - ragionano nel Pd veneziano - vi sarebbe anche la crescente pressione turistica che obbligherebbe un ceto medio sempre più impoverito ad affittare le seconde case possedute ai turisti piuttosto che ai nuclei familiari che intendano risiedere stabilmente in città.
I dati sembrano confermare l'analisi, se è vero che nel 2014 gli alloggi privati adibiti ad uso turistico erano in tutto il territorio comunale circa 2.200 mentre oggi solo quasi 7.600. In pratica sono oltre 5.000 alloggi che hanno cambiato destinazione d'uso spostandosi sulla ben più redditizia locazione turistica che, a Venezia come in terraferma, insieme con il calo dell'offerta ha fatto schizzare alle stelle i canoni di locazione immobiliare. Da qui è nata l'idea di affrontare il tema del costo degli affitti attraverso il canone concordato, mutuando un modello già sperimentato con successo a Milano che si rivolge a coloro che dispongono di un reddito medio-basso e per questo sono esclusi tanto dal mercato immobiliare quanto dal sistema di alloggi pubblici.
Per l'applicazione del canone concordato a Venezia, il Comune è stato diviso in cinque aree omogenee (la più cara è San Marco, la più economica è Marghera) nelle quali sono stati stimati i valori minimi e massimi di una locazione immobiliare. Per i proprietari che decidessero di applicare il canone concordato sono previsti benefici fiscali su Imu, addizionale comunale e aliquota da cedolare secca, mentre al Comune spetterebbe il ruolo di mediatore tra domanda e offerta e di garante sulla solvibilità e affidabilità dell'inquilino, anche per mezzo di un apposito Fondo Rischi da cui attingere in caso di morosità incolpevole e temporanea dell'inquilino. «Con questo meccanismo puntiamo ad almeno 300 nuovi contratti a canone concordato e ad aumentare il numero di residenti nel Comune di Venezia spiega il consigliere Pd Emanuele Rosteghin ma una volta collaudato questo sistema può essere esteso anche ai tanti negozi di vicinato sfitti del centro di Mestre». «Sappiamo quanto la precarietà del lavoro ostacoli l'accesso al mercato immobiliare - ricorda la capogruppo Pd Monica Sambo e per questa ragione le nuove famiglie veneziane tendono a spostarsi nei Comuni limitrofi dove il costo delle locazioni è più accessibile. Quello della residenzialità è uno dei temi cruciali che deve essere affrontato nel nostro Comune, dove invece negli ultimi anni è stato sottovalutato lasciando tutto esclusivamente alla regolamentazione del mercato».
Paolo Guidone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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