Cadore e Serenissima, un patto raccontato in Casa del Tiziano

Venerdì 17 Luglio 2020
Cadore e Serenissima, un patto raccontato in Casa del Tiziano
LA MOSTRA
Il recente restauro, e l'approfondita lettura, hanno portato alla luce nuovi aspetti del principale simbolo delle celebrazioni che ricordano i 600 anni della Dedizione del Cadore a Venezia. Ieri mattina a Pieve, in Casa Tiziano, c'è stata la prima occasione per ammirare la tela che Cesare Vecellio ha realizzato, nel 1599, per ricordare una delle più importanti pagine di storia della sua terra e scoprire cosa è emerso dal lavoro che l'ha riportata agli antichi splendori.
Sono novità iconografiche che cambiano la stessa lettura del dipinto che l'artista volle donare alla Magnifica Comunità di Cadore. La giovane donna con vesti cadorine, che si pensava consegnasse lo stemma del Cadore alla regina con abiti preziosi che rappresenta Venezia, in realtà riceve il dono: la lettera con la quale viene ufficializzato l'accordo con il Cadore. E non è differenza di poco conto, è la testimonianza di come vennero riconosciuti gli statuti di autogoverno che erano stati concessi dal Patriarca di Aquileia nel 1337. Venezia in Cadore 1420 2020: seicento anni dalla Dedizione del Cadore alla Serenissima e un quadro di Cesare Vecellio racconta una pagina storica e complessa della terra dei Vecellio.
RESTAURI
«Avevamo grandi idee espositive, - ha spiegato il direttore dei musei della Magnifica Comunità Matteo Da Deppo - con una mostra in tre sedi con prestiti assicurati a livello internazionale. La pandemia ci ha fatto ricalibrare i progetti; ci siamo concentrati sui restauri a cominciare dall'opera di Cesare Vecellio». Il dipinto raffigura in maniera allegorica Venezia che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore raffigurato nei panni di una giovane donna che regge lo stemma. Grazie al restauro emergono con maggior chiarezza i dettagli di Palazzo Ducale dove sull'imponente scalone si vede il Doge Tommaso Mocenigo. A raccontare di quegli accordi in mostra ci sono documenti preziosi come l'atto che ha visto i cadorini scegliere Venezia. Nell'estate del 1420, era il 31 luglio, i rappresentanti della comunità si radunarono per assistere alla messa dello Spirito Santo nella chiesa di Valle, che non esiste più, cercando la benedizione divina prima di votare il famoso Eamus ad bonos Venetos, atto che sanciva il legame con la Serenissima. Il popolo cadorino fu l'ultimo a consegnarsi alla Serenissima, non fu sottomissione ma scelta. Le fonti originali, la ricostruzione storica, i simboli e le opere degli artisti che celebrano il patto di fedeltà, che culminano nel dipinto di Cesare Vecellio, assieme ad altre sei opere, allo stemma ligneo settecentesco e al gonfalone tracciano un percorso storico, artistico ma anche di riflessione identitaria e territoriale che si snodano lungo sei secoli.
IL VOLUME
L'obiettivo della Magnifica Comunità con la mostra che apre domani è quello di tracciare un percorso di riflessione e valorizzazione territoriale, non solamente una rievocazione storica. Per Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità: «Questo importante anniversario vuole essere un momento di attenta riflessione e di analisi sulla gestione della montagna nel passato e nel presente». Maggiori dettagli sull'opera di Cesare Vecellio nel volume appena uscito a cura di Matteo Da Deppo con testi di Giandomenico Zanderigo Rosolo, Rudi De Sandre, Giorgio Reolon, Letizia Lonzi ed Antonio Genova. Fortemente voluta dalla Magnifica, l'iniziativa è realizzata in partenariato con il Comune di Pieve e la Fondazione centro studi Tiziano e Cadore, con la consulenza tecnica della Sovrintendenza e il sostegno della Regione Veneto, di CortinaBanca e della Fondazione Cariverona. La mostra chiuderà il 27 settembre(orario 9.30-13, 15-18.30).
Giuditta Bolzonello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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