C'è la pandemia, Cipriani chiede più tempo per pagare

Mercoledì 8 Dicembre 2021
IN TRIBUNALE
VENEZIA Per i funzionari dell'Agenzia delle Entrate i termini per mettersi in regola con i versamenti sono ormai scaduti. Opposto il parere della difesa, che si fa forte anche della sospensione legata alla pandemia. Entra così nel vivo il processo ad Arrigo Cipriani che in qualità di legale rappresentante della Cipriani srl è accusato di non aver versato ritenute alla fonte relative ai suoi dipendenti per un totale di quasi un milione: 524.716 euro nel 2013, 452.370 nel 2014. In un secondo tempo, come prevede la normativa, la società che gestisce Harry's bar e Harry's Dolci aveva concordato un piano di rientro con l'Agenzia delle entrate, ma che non è stato ancora completamente saldato. Di qui il procedimento in corso.
Ieri davanti al giudice monocratico di Venezia, sono stati ascoltati come testimoni dell'accusa proprio due funzionari dell'Agenzia delle entrate. Hanno confermato l'esistenza del piano di rientro in più rate, una ventina, che la società aveva iniziato a pagare. Poi però i versamenti si erano bloccati. E a detta dell'Agenzia delle Entrate i termini per mettersi in regola sono ormai scaduti. Il difensore di Cipriani, l'avvocato Pietro Barolo, sostiene una tesi opposta: i termini sono ancora aperti, anche per la sospensione innescata dalla pandemia. Sul punto, nella prossima udienza, sarà sentito un consulente della difesa. Sarà l'ultimo testimone. Poi il giudice emetterà la sua sentenza.
Il procedimento è nato sulla base delle dichiarazioni dei redditi dello stesso imprenditore. L'Agenzia ha rilevato i mancati versamenti e si è innescata la procedura di rientro che ha poi portato al processo. Gli anni 2013, 2014 erano stati particolarmente difficili per la società di Cipriani, aveva risentito della crisi mondiale innescata nel 2008.
In primavera, all'avvio del processo, Arrigo Cipriani aveva rilasciato alcune dichiarazioni. «Questa non è evasione fiscale - aveva precisato - Io non prendo lo stipendio da cinque anni. E la mia società non ha mai fatto nero. Si tratta di un ritardo di pagamenti. Lo Stato, in pratica, ti dice che sei in ritardo con i pagamenti e ti propone una rateizzazione. Se però superi una certa cifra, scatta il processo. Mi è già successo in passato e sono stato assolto. Immagino che molti altri imprenditori si trovino in questa situazione. Ma ci tengo a ribadirlo: io non ho mai evaso le tasse».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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