Brian Eno si presenta con i suoi disegni d'ambiente

Domenica 23 Settembre 2018
L'EVENTO
Il rapporto tra colore e musica, tra sperimentazione digitale e un occhio alle avanguardie, pare essere la cifra dell'inscindibile universo sonoro e artistico di Brian Eno. Il quale, sostenuto di aver iniziato adolescente a giocare con la luce nello stesso periodo in cui ha iniziato a suonare, ha ammesso di aver cercato di rallentare la musica e dare movimento ai dipinti, in modo che le due discipline si incontrassero e si fondessero nel mezzo. Tutto ciò si rivela nella mostra Ambient Paintings allestita a Venezia nella Galleria Michela Rizzo, ampi spazi industriali alla Giudecca (civico 800q fermata Palanca), dominati da un restauro all'insegna del bianco. L'affollata inaugurazione ha confermato l'attenzione sul celebre musicista, produttore e compositore inglese. Dal passato nei Roxy Music e collaborazioni con Robert Fripp e David Bowie, alle infinite importanti produzioni dai Talking Heads agli U2, fino ad arrivare ai Coldplay, Eno ha forgiato il termine ambient music: colonna sonora di luoghi e immagini, come nel già classico Music for Airports, approdando ad esperienze di musica generativa capace di svilupparsi tra infinite variazioni e combinazioni.
TELE E GRANDI SCHERMI
Ambient Paintings non a caso fonde sin dal titolo tale scoperta al campo visivo, che pare svilupparsi (anche laddove si tratta di semplici tele) in forma di schermo. In tre ampie sale altrettante sezioni: la serie Lightboxes propone una infinita combinazione di colori auto-generati, utilizzando luci a led: appositamente dedicata alla esposizione veneziana la musica creata da Eno, e pervenuta - come ha confermato la gallerista Michela Rizzo - solo due giorni prima della vernice. In Lenticulars invece prevale un senso di profondita e animazione. A contrasto un gruppo di Etchings, stampe a colori. Curiosa infine la versione a quattro schermi di 77 million paintings, con software capace di generare successioni apparentemente infinite di immagini che si ricombinano e si riconfigurano. Mostra complessa, allestita dalla Rizzo affiancata da Valerio Dehò. In contrasto e nel contempo in sintonia con l'opera di Eno - ha concluso la Rizzo - ho voluto esposte anche due opere di importanti artisti, Joseph Albers e Riccardo Guarneri. Del primo campeggia Blue Depth, che il maestro del Bauhaus e grande innovatore del rapporto tra luce e colore dipinse nel 1961, del secondo (intervenuto all'inaugurazione) l'ampio Angolare ambiguo. Soddisfatto dell'allestimento anche il gallerista inglese di Eno, Paul Stolper.
Riccardo Petito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci