Borges, un labirinto per ritrovarsi alla Cini

Sabato 12 Giugno 2021
L'EVENTO
Il fascino del labirinto, dove ci si perde, si imboccano sentieri che improvvisamente si chiudono. Occorre tornare indietro, riprendere il filo del percorso, ma alla fine si trova l'uscita. Una metafora della vita con tutti i suoi tormenti e la tentazione di mollare, ma poi la tenacia di procedere. Il labirinto in questione è quello di Borges all'Isola di San Giorgio, costituito da più di 3200 piante di odoroso bosso, alte novanta centimetri. Di cui ricorrono i dieci anni da quando fu realizzato su impulso di Maria Kodama, la vedova di Borges, che in questo modo intese realizzare quello che era un grande sogno di suo marito, scomparso nel 1986. Grazie anche alla competenza dell'architetto inglese Randoll Coate, conosciuto da Borges ina Argentina.
Molte erano le località in competizione. Alla fine la scelta cadde su Venezia, città quanto mai labirintica nel suo complesso tessuto urbano dove è un privilegio potersi perdere nell'intrico di calli. Incistata peraltro nella cultura, grazie alle sue istituzioni di livello internazionale, ben frequentate dallo stesso Borges. Basta citare il Padiglione Italia del 2019 dove vennero appaiati lo scrittore argentino e Italo Calvino, considerati i due più grandi labirintologi contemporanei.
Anche solo visto dall'alto della terrazza il labirinto è carico di significati: un bastone, gli specchi, due clessidre, un enorme punto di domanda, la tigre, il nome Jorge Luis e le iniziali di Maria Kodama. Immergersi è un privilegio. Possibile da oggi, su prenotazione (visitcini.com), tutti i giorni a esclusione del mercoledì.
Molti i sensi sollecitati. L'olfatto per il profumo dei bossi; la vista in questo mare verde di siepi e, ancora, l'udito. Grazie alle audio guide, in differenti lingue, è possibile inoltrarsi sui diversi sentieri, ascoltando la musica di Antonio Fresa, una suite di quattro diversi movimenti, a ritroso nel tempo. L'evaporazione, ovvero l'assenza del corpo; la solidità/saggezza; la ricerca di sé nel labirinto e l'innesco della vita, la scintilla di una nuova rinascita. Tutti composti nel 2021 per questa occasione. Della durata di circa 15 minuti. Un miracolo che ha come attori diversi protagonisti: la Fondazione Cini che potenzia in questo modo i festeggiamenti per i suoi 70 anni di attività, come evidenziato da Renata Codello, Direttrice degli Affari Istituzionali; l'azienda D'Uva che gestisce le visite all'isola di San Giorgio e, naturalmente, il Gran Teatro La Fenice. Nella persona di Andrea Erri, Direttore Generale, Amministratore della Finanza e Controllo del Marketing. «Abbiamo realizzato un progetto che valorizza la bellezza del territorio. Quando si pensa a un teatro lirico il pregiudizio è che sia un'esperienza riservata a una piccola élite. Non in questo caso. Grazie alle potenzialità espresse da una grande orchestra e da un coro prestigioso. Un'esperienza che si ripete ogni sera».
Il tutto è ispirato dal racconto di Borges Il giardino dei sentieri che si biforcano: è la storia del professore cinese Yu Tsun, una spia al servizio della Germania durante la Prima Guerra Mondiale. Suo compito, trovandosi in Inghilterra, quello di rivelare la posizione dell'artiglieria britannica. Scoperto, si rivolge a Stephen Albert, studioso di lingua e letteratura cinese, che aveva studiato l'opera di Ts'ui Pen, un suo antenato. La sua opera è appunto il giardino dei sentieri che si biforcano. Albert paga con la vita questa sua prerogativa, ucciso dallo stesso Yu Tsun. La notizia della sua morte viene diffusa con grande clamore dai giornali dell'epoca e questo permette di individuare la località dove si trova l'artiglieria britannica: la città chiamata Albert. Una cruenta spy story, a livello superficiale; una metafora della tragedia della vita a livello più profondo. A cui sembra mancare un rasserenante lieto fine. Rasserenante, invece, è la continuità di Antonio Fresa nella sua poliedrica attività di musicista, di direttore d'orchestra tanto al Teatro alla Fenice che al Malibran. Il suo decollo è con Carl Anderson, il Giuda di Jesus Christ Superstar, a riprova del fatto che musica popolare e musica colta si intrecciano in un incontro fecondo.
Lidia Panzeri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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