Blitz al Rivolta, i capi sotto inchiesta

Giovedì 22 Ottobre 2020
Blitz al Rivolta, i capi sotto inchiesta
LE INDAGINI
VENEZIA C'è lo stato maggiore dei centri sociali veneziani sotto inchiesta sull'occupazione della bioraffineria Eni di Porto Marghera, avvenuta lo scorso 12 settembre ad opera di oltre duecento attivisti del Venice climate camp e sulla precedente manifestazione non autorizzata presso l'impianto di stoccaggi di rifiuti di Veritas a Fusina. Martedì mattina, contestualmente alla perquisizione nei locali del centro Rivolta di Marghera, la Digos ha notificato un decreto di perquisizione anche a carico dei leader dei disobbedienti, Tommaso Cacciari e Michele Valentini, di Jacopo Povelato, Vittoria Scarpa e Nicolò Onesto: quest'ultimo è il ragazzo che nel 2016 fu protagonista di un'animata discussione con il sindaco Luigi Brugnaro che, in risposta ad una domanda dello studente, lo invitò a seguirlo fuori per regolare la questione, accusandolo di aver partecipato a precedenti manifestazioni in cui il primo cittadino era stato contestato duramente.
Il materiale sequestrato dagli agenti della Digos è al vaglio, alla ricerca di elementi che possano confermare il coinvolgimento degli esponenti del Rivolta nelle due azioni, effettuate da persone travisate con tute bianche, mascherine copricapi, le quali hanno forzato il cancello d'ingresso del sito industriale agendo con corde e una mola. La polizia è alla ricerca anche di documenti e possibile materiale conservato nella memoria di computer e altri dispositivi informatici.
Anche ieri mattina il procuratore capo, Bruno Cherchi, non ha voluto incontrare i giornalisti per spiegare il senso dell'operazione, finalizzata in particolare ad impedire che vengano messe in atto altre azioni di questo tipo, pericolose per la pubblica incolumità alla luce del tipo di lavorazioni effettuate e di sostanze stoccate all'interno del sito industriale e per il rischio che tra i manifestanti si possa infiltrare qualcuno con intenzioni non pacifiche. «Una cosa è manifestare, cosa che nessuno ha mai negato; un'altra è mettere in pericolo la sicurezza di un impianto industriale», spiegano gli investigatori.
IL SEQUESTRO IN AZIENDA
L'avvocato degli attivisti, Giuseppe Romano, sta studiando le carte in attesa di capire se vi possano essere gli estremi per un ricorso. Durante l'operazione la polizia ha sequestrato vernici, bastoni (attrezzi da lavoro, secondo la difesa, rastrelli e badili), striscioni e l'elenco dei partecipanti al Venice Climate Camp che, dall'8 al 12 settembre, ha ospitato a Marghera oltre duecento giovani da tutta Italia. Tutto materiale che, per gli inquirenti, potrà tornare utile all'inchiesta. La perquisizione, però, non si è limitata al Rivolta. Gli agenti, infatti, hanno passato al setaccio anche la sede della R3b di via dell'Elettricità, la ditta di Tommaso Cacciari, in cui lavorano molti degli attivisti del centro sociale, che collabora con la Biennale e realizza mobili e scaffali con materiali riciclati. Da quell'azienda, la polizia ha preso soprattutto imbragature da lavoro, quelle utilizzate dal personale per le operazioni in altezza tra i padiglioni della Biennale. Probabile che l'obiettivo, quindi, sia cercare di capire se quelle stesse attrezzature siano state utilizzate dagli autonomi per affiggere gli striscioni nella bioraffineria dell'Eni.
Il Rivolta, l'ex fabbrica di spezie Paolini e Villani di via Fratelli Bandiera, venne occupato nel 1995. Nel 2004 venne firmata la prima convenzione tra il Comune e l'associazione Officina sociale: gestione per 15 anni a 5.200 euro l'anno. Convenzione poi rinnovata nel 2011, con nuova delibera di giunta che prolungava il rapporto fino al 31 dicembre 2026, a un canone annuo di 12.760 euro.
Tante le manifestazioni di solidarietà arrivate in queste ore dagli altri centri sociali di tutta Italia e da varie associazioni ambientaliste, tra queste anche la cooperativa Controvento. «Venezia ha bisogno di pluralismo spiega Alberto Cazzador, presidente della Cooperativa - e tra le tante voci che si esprimono in città quella del Centro Sociale Rivolta è una preziosa voce di dissenso che non va repressa ma ascoltata».
Gianluca Amadori
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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