Beltotto (Tsv) rilancia in Regione «Un soggetto unico per il teatro»

Giovedì 21 Novembre 2019
IL CASO
«Oggi il sistema teatrale veneto è parcellizzato. Dobbiamo costruire un vero soggetto che stia in piedi economicamente e che sia in grado di competere con grandi interlocutori vicino a noi (in Lombardia, Emilia e Piemonte). Dobbiamo ragionare sui numeri che vengano sorretti dalle idee». Il presidente del Teatro Stabile del Veneto Giampiero Beltotto sintetizza così l'invito forte che ieri ha portato alla Commissione Cultura della Regione.
Il primo punto su cui ha riferito in aula Beltotto è in realtà la chiusura della vertenza che ha visto opposti lo Stabile e la Fondazione Atlantide. L'oggetto del contenzioso era legato alla gestione degli spazi del Teatro Nuovo a Verona e al corrispettivo per il godimento dell'immobile, rispetto al quale il Tribunale scaligero ha dato ragione allo Stabile, che quindi nulla deve a Fondazione Atlantide oltre a quanto già versato. Una questione pecuniaria nemmeno troppo rilevante, ma per Beltotto «su vicende che potevamo risolvere serenamente, si sono innestati incidenti che poi hanno provocato il distacco di Verona dallo Stabile dice Una scelta che ha avuto un peso rilevante sulla decisione del Ministero di togliere la qualifica di teatro nazionale. Oggi il Tribunale ha stabilito che la responsabilità è di Fondazione Atlantide, ma il vero problema è che da controversie che erano ridicole si è provocato un danno all'intero sistema teatrale veneto».
PIANO INDUSTRIALE
Ai consiglieri regionali Beltotto ha anticipato le linee del piano industriale dello Stabile per il prossimo triennio che il 4 dicembre presenterà a tutti gli operatori teatrali del Veneto. «Il nostro obiettivo - ha detto - è confrontarci con i sistemi teatrali italiani più forti, con i teatri francesi o tedeschi. Il Veneto ha la possibilità di farlo: abbiamo una platea di circa 500mila persone; noi stessi abbiamo chiuso la campagna abbonamenti con un +15%. Eppure non basta». Secondo Beltotto il progetto di sviluppo del TSV si può realizzare solo nell'ambito di una auspicata revisione del sistema dello spettacolo dal vivo in regione. «Lo Stabile deve esser il perno intorno a cui la Regione può costruire un sistema che sia economicamente in equilibrio e che possa dare un'offerta culturale di primo livello. Oggi la parcellizzazione non serve a nessuno». A fronte di possibili obiezioni, Beltotto respinge l'idea di possibili volontà di accentramento dello Stabile. «Io non penso a una egemonia dell TSV - precisa - Immagino invece un soggetto che metta insieme l'esperienza del teatro che produce, del teatro che fa circuito (Arteven) e tutti quei teatri che son al di fuori. Perché un sistema unitario dà risorse per migliorare la qualità della produzione, che è già alta ma non competitiva come potrebbe essere. La domanda che ci poniamo è allora: la Regione ci crede? Il presidente sottolinea come siano cambiate troppe cose dagli anni Novanta. «La Regione ha chiamato tutti gli attori a un tavolo, hanno studiato le leggi e definito cosa si aspettano dal teatro nazionale con dimensioni e budget e governance definiti e parallelamente cosa si aspettano dal circuito ».
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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