Baselitz e Vedova giochi di affinità

Sabato 8 Maggio 2021
LA MOSTRA
A 83 anni avere ancora l'energia di creare nuovi dipinti. L'energia: ecco un tratto che accomuna i due grandi amici, pur nella loro autonomia stilistica, George Baselitz e Emilio Vedova. In quella che è stata definita, alla maniera di Goethe, un'affinità elettiva. Ancora una volta accomunati nel Magazzino del Sale, alle Zattere, già studio dell'artista veneziano, e ora spazio della Fondazione Vedova nella mostra, presentata ieri dal presidente Alfredo Bianchini e che aprirà al pubblico il prossimo 20 maggio. Titolo: Vedova accendi la luce lo stesso di uno dei quadri esposti, volutamente enigmatico tanto più se messo a confronto con altri due quadri Emilio spegne la luce (in tedesco) e Vedova spegni la luce. Senza il punto interrogativo. Non è un invito, ma un'affermazione, dal significato un po' inquietante, una probabile allusione alla precarietà dell'esistenza umana, all'inquietudine che la contraddistingue, come intelligentemente annota Bianchini.
CAPOLAVORI
In tutto 17 lavori inediti, dipinti da Baselitz nel 2020: dieci tele raffiguranti la moglie Elke contrapposte a sette dedicate ad Emilio Vedova. Tutte verticali e dello stesso formato (3 x 2,12 m), a dimostrazione del fatto che il rigore appartiene al Dna di un artista orgoglioso delle sue origini tedesche. Il fatto che la moglie sia rappresentata a testa in giù corrisponde a una sua ben nota cifra stilistica, che vuole azzerare qualsiasi empatia con lo spettatore, costringendolo a interrogarsi sul significato stesso dell'esistenza, per sua natura precaria, e dunque drammatica, anche in quelli che possono sembrare gli aspetti più gioiosi. Come apparentemente sembrano quelli riferibili alla moglie che hanno una premessa nel Pattinaggio artistico con vento contrario, qualcosa che si oppone, dunque, e sia pure in campo meteorologico. Gli altri oli sono una succulenta rassegna di gelati dal gusto diverso, fragola, vaniglia, ai quali si adeguano i colori usati. Niente di realistico, ovviamente, ma suggestioni in cui l'impeto della pennellata si associa a una liquida fluidità.
IL RAPPORTO CON VENEZIA
Come le onde del mare di Venezia, annota Fabrizio Gazzarri, direttore della Fondazione e curatore con Detlev Gretenkurt, che si dissolvono fino ad approdare alla pura luce. La sorpresa alla fine con Furst Puckler un gelato a strati che rimanda al nobile sassone Hermann von Puckler-Muskau (1785- 1871) a conferma dell'identità sassone dell'artista. Poi Il confronto serrato con Vedova quasi a parodiarne la tensione creativa. Con quell'ambigua frase Vedova accendi /spegni la luce. Quadri di colore rosa o colore carne, quindi non è esclusa anche un'allusione di carattere erotico. Forse non estranea al celebre capolavoro La nascita del mondo una vagina messa in primo piano di Gustave Courbet. Comunque un colore sereno. Si ritorna alla vis drammatica, invece, nei quadri dello stesso titolo con una figura rovesciata in mezzo a lacerti bianchi e neri. Non più la dissolvenza nell'acqua ma una frammentazione dirompente, l'esplosione di un equilibrio. A suggello il nome Baselitz rovesciato. La notizia dell'ultima ora, riferita con soddisfazione da Alfredo Bianchini: un quadro di Vedova (da concordare) sarà esposto nella mostra Venetia in programma a Palazzo Ducale il prossimo settembre per i 1600 anni dalla sua fondazione. Perché i grandi artisti, di ieri e di oggi, sono parte integrante della storia della città.
Lidia Panzeri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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