«Attacco al sindaco», l'opposizione se ne va

Giovedì 14 Maggio 2020
«Attacco al sindaco», l'opposizione se ne va
MUNICIPALITÀ
MESTRE Cinque interrogazioni al sindaco presentate all'ultimo momento in Consiglio della Municipalità di Mestre centro tenutosi l'altra sera. Tutte riguardanti la crisi Covid-19, come uscirne e i comportamenti dell'Amministrazione Brugnaro su questo versante. I consiglieri delle opposizioni si sono alzati e se ne sono andarti, e così i documenti sono passati con 15 voti contro 14. «È solo ostruzionismo nei confronti di questa Amministrazione e proprio in questa fase delicata - commenta Monica Di Lella, consigliere di F.I. -. Non ci hanno dato neanche il tempo per studiare i documenti, considerando anche la difficoltà legata alla riunione in videoconferenza». Nelle interrogazioni si chiede un po' di tutto: se il Comune pensa di distribuire altre mascherine e se quelle già distribuite hanno una certificazione; se la Giunta intende diffondere bollettini giornalieri su malati, ricoverati, deceduti e guariti almeno a livello di ogni Municipalità; come tutelare i visitatori e i lavoratori dei musei riaperti; quali azioni per sostenere economicamente attività produttive e famiglie. Infine sul trasporto pubblico locale e la crisi di Actv per il Comune il Governo non sta sostenendo il settore, per la Municipalità, invece, il Comune ha fatto male i conti. Nell'interrogazione si chiede di istituire una cabina di regia per scaglionare gli orari di lavoro negli uffici pubblici e nelle attività private, di affrontare i disagi provocati dalla chiusura delle biglietterie, di chiedere alla Regione di ridare i soldi tagliati negli ultimi anni a Venezia con la scusa che è ricca grazie ai turisti, di istituire il biglietto unico con Atvo, Ferrovie eccetera; e infine di lasciare ad Actv i milioni derivanti dalla manovra Zappalorto. «Questa interrogazione è stata presentata dalla consigliera Anna Ballarin, che è anche dipendente di Avm, presidente del Circolo del Pd Mobilità e trasporti, sindacalista in azienda - afferma ancora la Di Lella -. Nulla di vietato ma forse, per opportunità, presentare un documento con un palese attacco all'azienda per cui si lavora fa pensare che l'obiettività e l'imparzialità stiano di casa da un'altra parte». (e.t.)
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