MUNICIPALITÀ
MESTRE Cinque interrogazioni al sindaco presentate all'ultimo momento in Consiglio della Municipalità di Mestre centro tenutosi l'altra sera. Tutte riguardanti la crisi Covid-19, come uscirne e i comportamenti dell'Amministrazione Brugnaro su questo versante. I consiglieri delle opposizioni si sono alzati e se ne sono andarti, e così i documenti sono passati con 15 voti contro 14. «È solo ostruzionismo nei confronti di questa Amministrazione e proprio in questa fase delicata - commenta Monica Di Lella, consigliere di F.I. -. Non ci hanno dato neanche il tempo per studiare i documenti, considerando anche la difficoltà legata alla riunione in videoconferenza». Nelle interrogazioni si chiede un po' di tutto: se il Comune pensa di distribuire altre mascherine e se quelle già distribuite hanno una certificazione; se la Giunta intende diffondere bollettini giornalieri su malati, ricoverati, deceduti e guariti almeno a livello di ogni Municipalità; come tutelare i visitatori e i lavoratori dei musei riaperti; quali azioni per sostenere economicamente attività produttive e famiglie. Infine sul trasporto pubblico locale e la crisi di Actv per il Comune il Governo non sta sostenendo il settore, per la Municipalità, invece, il Comune ha fatto male i conti. Nell'interrogazione si chiede di istituire una cabina di regia per scaglionare gli orari di lavoro negli uffici pubblici e nelle attività private, di affrontare i disagi provocati dalla chiusura delle biglietterie, di chiedere alla Regione di ridare i soldi tagliati negli ultimi anni a Venezia con la scusa che è ricca grazie ai turisti, di istituire il biglietto unico con Atvo, Ferrovie eccetera; e infine di lasciare ad Actv i milioni derivanti dalla manovra Zappalorto. «Questa interrogazione è stata presentata dalla consigliera Anna Ballarin, che è anche dipendente di Avm, presidente del Circolo del Pd Mobilità e trasporti, sindacalista in azienda - afferma ancora la Di Lella -. Nulla di vietato ma forse, per opportunità, presentare un documento con un palese attacco all'azienda per cui si lavora fa pensare che l'obiettività e l'imparzialità stiano di casa da un'altra parte». (e.t.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA MESTRE Cinque interrogazioni al sindaco presentate all'ultimo momento in Consiglio della Municipalità di Mestre centro tenutosi l'altra sera. Tutte riguardanti la crisi Covid-19, come uscirne e i comportamenti dell'Amministrazione Brugnaro su questo versante. I consiglieri delle opposizioni si sono alzati e se ne sono andarti, e così i documenti sono passati con 15 voti contro 14. «È solo ostruzionismo nei confronti di questa Amministrazione e proprio in questa fase delicata - commenta Monica Di Lella, consigliere di F.I. -. Non ci hanno dato neanche il tempo per studiare i documenti, considerando anche la difficoltà legata alla riunione in videoconferenza». Nelle interrogazioni si chiede un po' di tutto: se il Comune pensa di distribuire altre mascherine e se quelle già distribuite hanno una certificazione; se la Giunta intende diffondere bollettini giornalieri su malati, ricoverati, deceduti e guariti almeno a livello di ogni Municipalità; come tutelare i visitatori e i lavoratori dei musei riaperti; quali azioni per sostenere economicamente attività produttive e famiglie. Infine sul trasporto pubblico locale e la crisi di Actv per il Comune il Governo non sta sostenendo il settore, per la Municipalità, invece, il Comune ha fatto male i conti. Nell'interrogazione si chiede di istituire una cabina di regia per scaglionare gli orari di lavoro negli uffici pubblici e nelle attività private, di affrontare i disagi provocati dalla chiusura delle biglietterie, di chiedere alla Regione di ridare i soldi tagliati negli ultimi anni a Venezia con la scusa che è ricca grazie ai turisti, di istituire il biglietto unico con Atvo, Ferrovie eccetera; e infine di lasciare ad Actv i milioni derivanti dalla manovra Zappalorto. «Questa interrogazione è stata presentata dalla consigliera Anna Ballarin, che è anche dipendente di Avm, presidente del Circolo del Pd Mobilità e trasporti, sindacalista in azienda - afferma ancora la Di Lella -. Nulla di vietato ma forse, per opportunità, presentare un documento con un palese attacco all'azienda per cui si lavora fa pensare che l'obiettività e l'imparzialità stiano di casa da un'altra parte». (e.t.)