Atlanta 96, sesso per uno scoop Il film di Eastwood nella bufera

Sabato 14 Dicembre 2019
Atlanta 96, sesso per uno scoop Il film di Eastwood nella bufera
LA POLEMICA
Bufera su Clint Eastwood per il nuovo film sull'attentato alle Olimpiadi di Atlanta: in «Richard Jewell», che esce nelle sale Usa, il regista americano premio Oscar per «Million Dollar Baby» insinua che Kathy Scruggs, una cronista di nera del giornale locale Atlanta Journal-Constitution, offrì sesso all'agente dell'Fbi incaricato delle indagini in cambio di informazioni per uno scoop sul colpevole.
Il film si presenta come una storia vera, sullo stile di «The 15:17 to Paris», «Sully» o «American Sniper»: stavolta lo spunto di Eastwood sono l'attentato del luglio 1996 al Centennial Park di Atlanta e la tempesta mediatica che cambiò la vita di Jewell, una guardia giurata che risultò poi innocente. Jewell, che è morto nel 2007, fu effettivamente il principale sospetto, come l'Atlanta Journal-Constitution riferì in un articolo di prima pagina. Ripresa dalla Cnn, la storia rimbalzò immediatamente su tutti i media e l'uomo, che non fu mai incriminato, passò settimane asserragliato in casa, circondato da giornalisti e telecamere fino a quando non fu scagionato tre mesi dopo la bomba che provocò due morti e 111 feriti.
LA TRAMA
Nel film la Scruggs (Olivia Wilde) incontra l'agente dell'Fbi (Jon Hamm) in un bar giorni dopo l'esplosione. «Dammi qualcosa che posso stampare», chiede la donna. Lui all'inizio si nega («Neanche se vieni a letto con me»), ma poi cede quando la mano della giornalista gli risale sulla coscia e rivela che l'inchiesta sta puntando su Jewell, inizialmente salutato come eroe per aver scoperto la bomba, avvertito la polizia con venti minuti di anticipo sull'esplosione e limitato così il numero delle vittime.
«Vuoi prendere una stanza o andiamo nella mia macchina?», chiede a quel punto la Scruggs, in una battuta contestata da chi la conosceva bene. La giornalista è morta a 42 anni nel 2001 per overdose di farmaci.
Come in molti docudrammi, anche l'ultimo Eastwood si prende licenze con la verità storica, usando tra l'altro il vero nome della giornalista e un nome inventato per l'agente dell'Fbi.
Questa settimana l'Atlanta-Constitution, con l'aiuto di un avvocato, Martin Singer noto come «il cane da guardia delle star», ha scritto a Eastwood, allo sceneggiatore Billy Ray e a Warner Bros minacciando una causa per diffamazione se la reputazione della Scruggs non sarà restaurata nei titoli di testa. Quanto alla scena del bar nel film, per molti è l'ultimo esempio di un approccio sessista di Hollywood alle giornaliste: reporter donne che vanno a letto con le loro fonti per ottenere notizie sono apparse tra l'altro nelle serie «House of Cards» di Netflix, «Sharp Objects» di HBO e nel film «Thank You for Smoking».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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