Atiq Rahimi, a Dedica l'afghano che scrive in tre lingue

Sabato 18 Novembre 2017
Atiq Rahimi, a Dedica l'afghano che scrive in tre lingue
PROTAGONISTA
Il cuore in Afghanistan, la testa in Occidente, capace di scrivere romanzi in persiano, francese e in inglese, che parlano della terra natale per affrontare temi universali. Sarà lo scrittore e regista cinematografico afghano naturalizzato francese Atiq Rahimi il protagonista della ventiquattresima edizione di Dedica, in programma a Pordenone dal 10 al 17 marzo 2018 organizzata dall'associazione Thesis. Un'originale rassegna dedicata interamente a un unico scrittore, del quale viene sviscerata l'opera e la vita in un fitto calendario di incontri, conferenze, letture teatrali, film, musica, con il protagonista e con personaggi legati al suo mondo ospiti della rassegna.
Nato nel 1962 a Kabul, Rahimi ha ottenuto l'asilo politico a Parigi negli anni successivi all'invasione sovietica e oggi si divide tra l'Afghanistan e la Francia. Pubblicato in Italia da Einaudi, ha girato anche alcuni film, il più famoso dei quali è Come pietra paziente: protagonista è una donna al capezzale del marito ferito, privo di conoscenza, che incarna la sofferenza e dignità delle donne afgane e un duro atto d'accusa contro le guerre. Il suo primo romanzo, Terra e cenere, scritto in lingua persiana, risale al 2000. Tradotto in francese diventa subito un best seller.
L'annuncio è stato dato ieri dal direttore artistico del festival Claudio Cattaruzza, che ha voluto sottolineare l'importanza di guardare a un Paese, l'Afghanistan, che vanta una grande storia e tradizione, ma che da quasi quarant'anni è martoriato da una serie di guerre che rischiano di minarne l'anima.
LE DONNE
Ma ci sono anche altri aspetti, delle opere di Rahimi: «È un autore che è portatore della libertà di espressione della donna spiega Cattaruzza soppressa sia per cause indotte sia per ragioni di arretratezza culturale. Un tema meravigliosamente trattato nel romanzo Pietra di pazienza e nella sua fortunata trasposizione cinematografica di cui Rahimi ha scritto, in collaborazione con Jean-Claude Carrière, la sceneggiatura e curato la regia».
In altri suoi romanzi, l'ospite di Dedica indaga altri temi, come in Maledetto Dostoevskij, dove il parallelismo tra la società russa di Delitto e Castigo e il mondo tribale del suo paese d'origine è occasione per interrogarsi sulla morale e la libertà in una società caratterizzata dalla violenza.
L'ultimo libro di Rahimi, La ballade du calame, del 2015, il terzo scritto in francese, sarà tradotto in italiano da Ester Borgese e pubblicato da Bottega Errante Edizioni per essere presentato a Dedica 2018. Grammatica di un esilio sarà il titolo di quella che per Rahimi è una riflessione su di sé, sul suo spirito di esiliato e sulla sua identità plurale. Ascoltare le sue parole, guardare i suoi film, le sue fotografie, sarà anche l'occasione per riflettere su come due mondi allo stesso tempo vicini e lontani, quello occidentale e quello islamico, possono trovare future forme di convivenza imparando dagli errori del recente passato.
Lorenzo Marchiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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