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Giovedì 5 Dicembre 2019
CAVALLINO-TREPORTI
Investita da una moto, il giudice dà ragione ad un'anziana di Cavallino-Treporti che viene risarcita con 52mila euro per danni biologici e morali, spese mediche, spese di lite e interessi e rivalutazioni. Inizialmente l'assicurazione non voleva risarcirla perché aveva attraversato sulle strisce in sella alla bicicletta. I fatti risalgono al 19 ottobre 2014, alle 14.30. L'anziana stava percorrendo in bicicletta la ciclabile lungo via Fausta nei pressi del cimitero di Cavallino e, giunta alla fine della pista, si appresta ad attraversare la strada sulle strisce. Dopo aver guardato a destra e sinistra e, non vedendo sopraggiungere veicoli, ha iniziato l'attraversamento. Giunta alla linea di mezzeria, però, ha sentito il rombo di un motore proveniente da Jesolo: neanche il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo che, dopo un colpo violento, si è ritrovata per terra. A travolgerla era stato un centauro di San Donà, in sella ad una moto Bmw. Soccorsa dal 118 e trasferita all'ospedale civile di Venezia, la donna si è salvata, ma la prognosi per lei è stata pesante: riportata la frattura di un femore, la signora ha dovuto sottoporsi a un intervento di osteosintesi con chiodo endomidollare e a lunghi periodi di ricovero ospedaliero. Non solo: oltre a un adeguato trattamento fisico-riabilitativo e un prolungato periodo di riposo, per la persistenza e l'aggravarsi della gonalgia sinistra, ha dovuto sostenere anche un intervento di arto protesi. E come se non bastasse a postumi stabilizzati le è stata riconosciuta un'invalidità permanente del 12%. Per essere adeguatamente assistita, la donna si è quindi affidata a Studio3A-Valore di San Donà, società specializzata a livello nazionale nel risentimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito chiesto i danni alla compagnia della moto, la quale però ha negato qualsiasi risarcimento, rifiutandosi perfino di riconoscere un concorso di colpa del suo assicurato: secondo l'assicurazione, la responsabilità era tutta dell'anziana, la quale, avendo problemi di deambulazione, si sentiva più sicura in sella, non aveva attraversato tenendo la bici a mano. Poco importa che lo avesse fatto a passo d'uomo e non certo buttandosi in mezzo alla strada. Inutili i vari solleciti, la donna è stata costretta passare alle carte bollate, sollecitando una citazione in causa avanti il Tribunale di Venezia, che ora le ha dato ragione piena. Nella sentenza, il giudice ha riconosciuto l'esclusiva colpa del motociclista negli elementi emersi nella vicenda.
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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