Arte veneta il fascino del 500

Mercoledì 20 Giugno 2018
Arte veneta il fascino del 500
LA MOSTRA
Capolavori di Tiziano, Giorgione, Palma il Vecchio e Palma il Giovane, Jacopo Bassano, Tintoretto escono da una collezione privata e per la prima volta danno vita a Treviso ad una mostra, in Casa dei Carraresi, intitolata «Da Tiziano a Van Dyck. Il volto del 500». Dovremo aspettare il 26 settembre per ammirare 56 dipinti straordinari, frutto di oltre 60 anni di acquisizioni diverse per epoche e stili, sempre connotate da una profonda passione per l'arte. Il collezionista si chiama Giuseppe Alessandra ed è un architetto nato a Mogliano nel 1936. La passione per l'arte gli è stata infusa nelle vene direttamente dalla madre Margherita Ventimiglia Alessandra che lo portava con sé, ragazzino, a visitare mostre e musei veneziani. Da quei lontani giorni e dallo stupore provato, è scaturito l'impegno di una vita, testimoniato nell'esposizione voluta da Fondazione Cassamarca, curata da Ettore Merkel e organizzata da Artika (Daniel Buso ed Elena Zannoni); portava la loro firma nel 2016 sempre in Casa dei Carraresi l'originale Plantarium, viaggio misterioso nel mondo vegetale.
OMAGGIO ALL'IDENTITÁ
«Siamo felici di ospitare a Treviso un omaggio all'arte Veneta, che nel passato è stata penalizzata rispetto a quella tosco romana» ha detto il vice presidente di Fondazione Cassamarca Gian Paolo Gobbo. La mostra di Treviso, che rimarrà aperta fino al 3 febbraio 2019, condurrà i visitatori in un affascinante percorso storico, cronologico, geografico. Sei le sezioni che partono focalizzando l'attenzione sulla pittura veneta nel periodo che va dalla fine 400 alla fine del secolo successivo: un periodo d'oro in cui operano artisti come i Bellini (in particolare Giovanni) e Tiziano, che registra la rivoluzione giorgionesca, i capolavori di Tintoretto e le opere realizzate dagli allievi di bottega come Sebastiano del Piombo, Ludovico Pozzoserrato e Palma il Giovane: in mostra un intenso Cristo flagellato attribuito all'artista da Pietro Zampetti, già direttore delle Belle Arti a Venezia, scomparso quasi centenario nel 2011, amico e ispiratore di Alessandra.
RINASCIMENTO E BAROCCO
A questo studioso va il merito di aver scoperto altri capolavori esposti a Casa dei Carraresi come la Didone abbandonata di Raffaello Sanzio e il Cristo portacroce attribuito a Giorgione. La proposta contiene anche esperienze diverse, come quelle attuate in area lombarda, fiorentina e romana senza trascurare le firme d'Oltralpe testimoniate dal Ritratto di Gentiluomo di Han von Aachen e dalla Testa di Carattere di Van Dyck. Il viaggio iniziato alla fine del 1400 abbandona lo stile arcaizzante dal sapore orientale che caratterizzava Venezia (figlia di Bisanzio) e si tuffa nel Rinascimento giungendo al Manierismo e sfiorando il Barocco.
Il filo rosso che lega le opere e che costituisce il cardine stesso della collezione di Alessandra è il ritratto: «In genere sono i dipinti più curati dagli artisti spiega il collezionista poiché se non erano fatti bene il committente li rifiutava». Il ritratto racconta molto del personaggio e della sua personalità, rende memoria alla moda dell'epoca grazie alla descrizione di abiti e pettinature. E soprattutto risponde alla sete d'eterno che l'uomo nutre nel profondo del suo cuore.
Laura Simeoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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