Aree edificabili, tetto di 258 ettari fino al 2050

Mercoledì 18 Settembre 2019
Aree edificabili, tetto di 258 ettari fino al 2050
URBANISTICA
MESTRE In tutto sono esattamente 258,28 ettari, non uno di più sarà concesso da qui al 2050. Sarà questa la quota di suolo che il Comune potrà consumare nei prossimi 30 anni, in base a quanto previsto dalla Legge regionale 14/2017 che, sulla base di una serie di parametri, ha stabilito per ogni comune veneto un limite alla facoltà di concedere nuove aree edificabili. Per Venezia ciò si tradurrà necessariamente nell'adeguamento del Pat, Piano di assetto del territorio, che definisce le aree preferenziali di sviluppo insediativo e che oggi prevede nuove aree edificabili per complessivi 517 ettari. I nuovi numeri e gli scenari futuri per il territorio veneziano sono stati oggetto dei lavori della quinta Commissione consiliare (urbanistica, edilizia privata) convocata ieri in Municipio, in cui si sono confrontati approcci differenti rispetto al consumo del suolo in un territorio già fortemente urbanizzato ma che, per la sua estensione, presenta allo stesso tempo anche estese aree agricole. Insieme con l'adeguamento del Pat, l'amministrazione comunale dovrà inoltre procedere con l'istituzione di un Registro del consumo del suolo: ogni volta che uno strumento di pianificazione urbana avrà concluso il suo iter, i nuovi ettari concessi per edificare dovranno essere computati per sottrazione dai 258 ettari. In realtà si tratta di un eventualità del tutto teorica dal momento che, ad oggi, all'interno del territorio comunale non sono previste nuove concessioni edilizie che non siano già state approvate dalle amministrazioni precedenti. Va detto però che nei 258 ettari indicati dalla Regione non sono comprese opere infrastrutturali e per servizi di interesse pubblico, che potranno essere pianificate e realizzate senza alcun limite di consumo di suolo. «I 258 ettari previsti sono comunque tantissimi, in pratica sono 9 ettari all'anno da qui al 2050 ha osservato in alula il consigliere capogruppo del Gruppo Misto Renzo Scarpa e per questo si renderà necessaria una discussione per capire in che modo realizzarli senza incidere sul clima, che nei centri urbani registra già tre, quattro gradi in più rispetto alle aree rurali». Il riferimento al 2050 è previsto dalle stesse direttive europee che, dopo questa data, imporranno agli Stati lo stop al consumo di suolo. «In questi anni non è stato previsto nessun nuovo piano di lottizzazione ha ricordato in aula l'assessore Massimiliano De Martin ma abbiamo approvato solo quelli già deliberati in precedenza. Il nostro indirizzo è stato piuttosto quello della rigenerazione urbana di ciò che è stato già costruito».
Paolo Guidone
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