Anche quando indossa la tuta blu da metalmeccanico non passa inosservato, con quel

Giovedì 9 Luglio 2020
Anche quando indossa la tuta blu da metalmeccanico non passa inosservato, con quel baffo arricciato lungo 34 centimetri, quel pizzo da moschettiere, i capelli lunghi accuratamente racchiusi in uno chignon o in un codino e i polsi cinti da cuoio e bracciali, ma quando sveste la divisa da lavoro la metamorfosi è totale e si trasforma in un raffinato signore che pare uscito dalle pagine de Il piacere di Gabriele D'Annunzio. Jean Pierre Xausa, giunto alla soglia dei cinquant'anni, sta diventando un personaggio nel mondo della moda, un dandy old style che ha come modello Oscar Wilde, al quale in qualche foto sembra persino assomigliare.
«Senza falsa modestia, credo che in Italia di dandy completi, autentici, saremo una decina o poco più. Cito come esempi due giornalisti, Oscar Giannino e Roberto Gervaso, recentemente scomparso. Ma il simbolo del dandy moderno resta James Bond nell'interpretazione di Sean Connery, semplicemente perfetto». Personaggio davvero raro, questo Jean Pierre, o Mr JP, come il marchio degli abiti che vengono prodotti su suo disegno. Non vive in un palazzo dell'Ottocento con arazzi e boiserie, ma in un semplice appartamento di edilizia popolar-borghese a Remanzacco, comune di seimila abitanti nelle vicinanze di Udine. E quando esce di casa è uno spettacolo vederlo girare per il paese con abiti damascati, redingote, cravatte di seta, scarpe finemente decorate, bombetta, bastone con pomolo d'argento e, se fa freddo, coperto da un tabarro.
ELEGANZA
Uno spettacolo che si replica quotidianamente, perché Mr JP non è capace di indossare un paio di jeans e una felpa, lui si veste di tutto punto anche se deve andare in farmacia o al supermercato. Il suo è uno stile di vita d'altri tempi: l'ostentazione di eleganza, tipica del dandismo e il rifiuto della mediocrità borghese, che lo hanno ispirato nell'Ottocento, sono molto lontani dall'omologazione di massa dei nostri giorni.
Ma dandy si nasce o si diventa? «Credo che ci sia stato una sorta di imprinting che ho avuto dai miei genitori - spiega Xausa - Io sono nato in Svizzera a Ginevra, dove mio padre faceva l'operaio e mia madre la cuoca. Ma tutte e due ci tenevano moltissimo all'accuratezza del vestire e fin da piccolissimo mi hanno abituato all'eleganza. A 7-8 anni io indossavo giacche di velluto e portavo il papillon. Forse in Svizzera ci tenevano di più al vestire. Io fin da piccolo volevo scegliere cosa indossare e mia madre mi assecondava. Nella mia vita ho speso un patrimonio per l'abbigliamento».
Ora cominciano ad arrivare i frutti di questa scelta di vita. Mr JP sta entrando in giri importanti, inviti alle sfilate di Palazzo Pitti a Firenze alla Fashion Week di Milano, a Parigi, in televisione ospite di Barbara D'Urso, Max Giusti, Osvaldo Bevilacqua ed Enrico Papi. E lui racconta, a tutti quelli che gli fanno sempre le stesse domande, che ha cominciato a crescere i baffi e la barba dopo un'operazione al setto nasale ed ora anche nel campo dei barbuti è un'eccellenza. «Sono arrivato sesto ai campionati mondiali di Anversa nel 2019 nella categoria Baffi e pizzo alla moschettiera ed ho vinto molte gare in Italia e all'estero».
L'escalation di Jean Pierre è iniziata pochi anni fa. Un esordio con il botto, ad Arezzo al Gentlemen's ride, la parata che annualmente si svolge in varie città del mondo a scopo benefico. Si deve sfilare in moto vestiti in modo super ricercato. «Mi sono presentato con un tartan rosso scozzese che ricorda i colori del clan dei Davidson, quelli della Harley-Davidson, e tutti gli accessori in armonia. Mi sono davvero fatto notare». In realtà, nonostante il vestire eccentrico, Jean Pierre assicura di non cercare la notorietà: «Non mi sono ancora abituato al successo. Io partecipo per imparare. Mi piace il lusso, però amo le cose semplici. Ogni volta che devo sfilare o apparire mi emoziono, anche se riesco a nasconderlo. Io mi vesto così per me stesso. Essere dandy è uno stile di vita che va applicato in qualsiasi situazione. Molti dicono di esserlo, ma il realtà usano gli abiti come una mascheratura».
GUARDAROBA VASTISSIMO
Il guardaroba di Mr JP è vastissimo. Tutti pezzi unici (e ci mancherebbe!) che lui disegna personalmente. «Ho cominciato con il vestito del mio matrimonio e mi sono accorto che è venuto molto bene. Faccio il disegno, scelgo i tessuti e poi mi affido a sarti italiani. Collaboro con molti artigiani: loro mi realizzano i capi ed io li indosso nelle sfilate. Se qualcuno è interessato ad acquistarne uno simile lo mando direttamente dal sarto che lo realizza con il marchio Mr JP. Ma non solo vestiti, tutto ciò che indosso è disegnato da me, persino gli occhiali e le scarpe». Vedere per credere. In casa ha un guardaroba traboccante, oggetti unici, pregiati, costosi nella fattura e nei materiali. Tutto rigorosamente made in Italy. «Per un abito si possono spendere anche più di 10mila euro. Comunque è mia moglie che gestisce la contabilità e mi dice se possiamo fare una certa spesa o meno. Purtroppo non abbiamo figli e ci divertiamo così. Mia moglie non è dandy, però apprezza il mio stile».
Jean Pierre sembra non avere interesse per il denaro, lui si diverte ad apparire e se può ad aiutare gli altri: «Oltre che dandy sono anche gentleman. Se vedo una vecchietta in difficoltà la aiuto. Se c'è una macchina in avaria mi fermo. Se posso faccio beneficenza. Recentemente ho aiutato il Vimm di Padova partecipando alla campagna Movember assieme ai giocatori del rugby Petrarca per raccogliere fondi per combattere il tumore alla prostata».
I COLLEGHI
Pensare che questo eccentrico personaggio, dai modi eleganti, linguaggio forbito ed aspetto aristocratico, passi le giornate in un ambiente ruvido come una fabbrica, sembra strano. Come si trova in azienda? «Benissimo. Lavoro alla Faber di Cividale, industria leader nella produzione di bombole ad alta pressione. Vado d'accordo con tutti. Io però mantengo il mio stile, non dico parolacce e, tantomeno, bestemmio. Tra i colleghi c'è chi mi chiede consigli e si informa sugli eventi a cui partecipo, ma c'è anche chi non mi sopporta. Basta non farci caso. Il mio motto è: lavoro per guadagnare il tempo libero». Gli estimatori sono tanti, sempre di più, e la ripresa dopo il lockdown, è ricca di inviti. Essere dandy, secondo Jean Pierre Xausa, è ancora attuale e non bisogna troppo curarsi delle critiche o delle invidie: «Lord Brummel, il capostipite del dandismo veniva criticato perché usava troppo sapone, un prodotto ritenuto da femminuccia. Il tempo gli ha dato ragione». E sembra dare ragione anche a Jean Pierre, il metalmeccanico più elegante d'Italia.
Vittorio Pierobon
(vittorio.pierobon@libero.it)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci