«Amore e tango scelta di vita»

Sabato 14 Luglio 2018
L'INTERVISTA
Si può dare nobiltà al cabaret? Se sì, è un'arte di pochi. Ma se c'è qualcuno in grado di farlo, questa è Ute Lemper, la strepitosa artista tedesca che domani, domenica alle 21.30 si esibirà al Castello Carrarese di Padova in Last tango in Berlin. L'evento, firmato da Veneto Jazz, è realizzato nell'ambito di Castello Estate, manifestazione organizzata dal Comune di Padova al Castello Carrarese.
Cinquantacinque anni, quattro figli. La carriera quasi quarantennale di Ute Lemper è stata fino ad ora straordinariamente varia grazie alla sua notevole versatilità che l'ha portata a coprire ruoli di attrice, cantante ballerina, e ad essere universalmente applaudita per le interpretazioni delle Canzoni del Cabaret di Berlino, delle opere di Kurt Weill, della canzone francese e per le sue performance a Broadway e nel West End di Londra.
Com'è nata l'idea di questo spettacolo?
«Last Tango - racconta l'artista - è un viaggio nel tempo e anche attraverso la mia vita. Il titolo suggerisce sensualità, musica, disperazione e ricerca dell'amore. È un titolo simbolico che guarda a Berlino prima che il Nazismo prendesse il sopravvento. Iniziamo al tempo della Repubblica di Weimar, Brecht, Weill e Hollaender, Marlene Dietrich e Lotte Lenya. Poi il percorso prosegue attraverso Parigi con Brel e Piaf e Leo Ferre a New York, con l'avvento del jazz e del musical, fino a Buenos Aires con Astor Piazzolla.
Grandi nomi e grande musica
«Mi piace questo concerto perché riflette il mosaico di esperienze culturali che ho costruito attraverso le molte influenze durante i miei anni a Berlino, Parigi, New York e in giro per il mondo. Ovviamente non manca mai l'orribile storia tedesca dell'esodo, degli artisti esiliati e della loro perdita di casa e identità. È sempre stata per me una missione riflettere su questo».
Ha sempre proposto importanti temi sociali e storici, come la Shoah.
«Fa parte della mia storia interiorizzare il dolore e la responsabilità che la storia dell'Olocausto rappresenta. Le lacrime che ho versato, l'orrore che ho provato, hanno definito le mie scelte artistiche. Non smetterò mai di fare domande importanti, ricordando alle persone cos'è successo, cantando le storie delle vittime, perché non si dimentichi e non accada mai più».
In scena porterà anche sue composizioni: come nascono?
«Il mio trittico di poesia in musica significa così tanto per me: è iniziato con Bukowski, poi ho esplorato le poesie d'amore di Pablo Neruda e infine i Manoscritti di Accra di Paulo Coelho. Naturalmente mi piace cantare i miei brani, ma ancora di più celebrare la mente e l'arte di quei poeti molto diversi. L'intuito mi ha portato a questi specifici autori: ho seguito il cuore e non mi sono più fermata. Mi ci sono voluti mesi, sangue e sudore. È come creare ogni volta un universo, con un temperamento e una sensualità completamente diversi in base alla sensibilità di ogni poeta».
Cosa pensa della cultura e della musica in Italia oggi?
«L'Italia è nel mio cuore e nella mia agenda da trent'anni! Adoro i cantautori italiani, hanno ancora una vita e non sono soffocati dalla cultura popolare globale. La combinazione tra calore, stile di vita amorevole per la famiglia, carattere sensuale ed espressivo, raffinatezza ed estetica la rendono una bellissima esperienza. Oltre a questo, amo l'Italia per le belle città, l'architettura storica e le bellissime spiagge».
È sempre in perfetta forma: qual è il suo segreto?
«Cerco di essere attiva, camminare molto, correre a prendere i figli, sollevare pesi, stando attenta a non esagerare. Il mio segreto è invece quello di essere passionale ed elegante in ogni momento».
A quali progetti si sta dedicando ora?
«Il progetto che porterò in tutto il mondo il prossimo anno si chiama Rendezvous with Marlene: uno spettacolo completo dedicato alla Dietrich. Lo spettacolo riflette la telefonata di tre ore che ho avuto con Marlene trent'anni fa a Parigi. Parlo con la sua voce, racconto la sua storia, i suoi dubbi, la sua gloria, il suo amore per Rainer Maria Rilke, il dolore per la figlia Maria e molto altro. È il mio personale omaggio a questa grande donna».
Elena Ferrarese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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