Accordo tra Regione e Università: anche gli ITS sforneranno laureati

Mercoledì 20 Novembre 2019
Problemi, proposte e una stretta di mano che potrebbe sancire una svolta. Fatti, non solo parole. È stato un convegno molto concreto quello organizzato ieri pomeriggio dal Gazzettino all'Orto botanico di Padova per analizzare il mercato del lavoro veneto ponendo la lente d'ingrandimento sull'occupazione giovanile. La stretta di mano che porta con sé un importante impegno è quella tra l'assessore regionale Elena Donazzan e il prorettore del Bo Fabrizio Dughiero. È emersa infatti la volontà reciproca di creare un collegamento diretto tra l'università di Padova e gli Its, corsi biennali post-diploma legati a fondazioni private e finanziati dalla Regione. I migliori ragazzi che usciranno da questi istituti potranno poi accedere all'università vedendo riconosciuti i crediti didattici e potendo così conseguire una laurea triennale. «La laurea - spiega Dughiero - diventerebbe un'integrazione degli Its. La nostra proposta guarda soprattutto al campo della meccatronica e a quello dell'Ict. Ora contiamo di risederci presto ad un tavolo con la Regione per definire i dettagli».
LA FORBICE
Da un lato le scuole, i corsi di formazione e le università. Dall'altro le aziende venete che sempre più spesso lamentano la difficoltà di trovare i profili tecnici adeguati. Qual è l'anello di congiunzione tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro? È stata questa la domanda al centro dell'evento moderato dal caporedattore del Gazzettino Ario Gervasutti e organizzato in collaborazione con Unicredit, Confartigianato Imprese Padova e Università di Padova.
Partiamo dai dati. Nei prossimi cinque anni, tra il 2019 e il 2023, il mercato del lavoro italiano richiederà un numero di occupati compreso tra i 2,5 e i 3,2 milioni. A trainare la domanda saranno rivoluzione digitale e ecosostenibilità. Nel 2017 l'Italia ha perso 28 mila laureati, lavoratori qualificati che hanno preferito trasferirsi in altri Paesi. Cosa fare, dunque, per invertire la tendenza e incrociare le ambizioni dei ragazzi con le esigenze delle aziende? Hanno provato a rispondere gli addetti ai lavori. Tanti imprenditori padovani, ma non solo.
LA BANCA
Un contributo interessante lo offre infatti anche il mondo bancario come testimonia Francesco Iannella, regional manager di Unicredit per il Nordest: «Per le aziende è importante formare i clienti che sceglieranno i loro prodotti ma è altrettanto importante formare i lavoratori. Le piccole imprese possono fare rete tra loro e con le scuole per far capire ai ragazzi chi sono e cosa fanno». E su questo anche la banca può giocare un ruolo decisivo: «Noi - spiega Iannella - accompagniamo e finanziamo a condizioni agevolate imprese che hanno un forte impatto sociale. Chi crea posti di lavoro merita credito. Con il progetto Start Lab abbiamo inoltre selezionato cinquemila nuove imprese e poi ne abbiamo sostenuto 300 per il loro sviluppo». Un impegno evidenziato anche da Renzo Chervatin, responsabile sviluppo dei territori Nordest UniCredit.
I PROTAGONISTI
Incisivo e mirato al sodo anche l'intervento di Roberto Boschetto, vicepresidente di Confartiginato Imprese Veneto. «Sono finiti i tempi della formazione fai-da-te, dove il giovane entrava in bottega per spazzare per terra e piano piano imparava a fare tutto. Ora le aziende cercano ragazzi che sappiano usare i loro macchinari innovativi. Una soluzione c'è e si chiama Its».
Federica Gamba, direttore amministrativo Gamba Stampi, sottolinea la disparità normativa con il resto d'Europa: «Qui per le piccole aziende artigiane c'è il vincolo di dimensione, con massimo 15 dipendenti. In altri Paesi non è così». Stefano Fior, di Cereal Veneta per assumere un dipendente tiene tre colloqui individuali, ma a volte non basta: «Ci sono anche ragazzi che lasciano dopo un giorno. Manca un progetto di vita, vedo una superficialità marcata». Nicola Pilotto, direttore amministrativo di Centro Carni Company, è andato oltre: avvierà nel 2020 una scuola di formazione interna su misura. «Ci siamo trovati davanti al problema di trovare figure adatte - ammette - ma abbiamo trasformato quel problema in un'opportunità».
Da tutte queste testimonianze sono emersi tanti piccoli pezzi che, messi assieme, potranno formare quel famoso anello di congiunzione tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Ora si tratta solo di entrare nel merito, con tutti gli attori di nuovo attorno ad un tavolo. Come ieri all'Orto botanico di Padova.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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