«Abbiamo preso il giovane che ha stuprato sua figlia»

Domenica 26 Agosto 2018
LA TELEFONATA
JESOLO Una telefonata di cortesia. Ieri, a metà mattina. Per evitare che apprendessero la notizia da qualche sito o da qualche telegiornale. Nessun trionfalismo, bensì la consapevolezza di avere fatto il proprio dovere; catturare lo stupratore di una quindicenne, la cui unica colpa è stata quella di essersi fidata di un ragazzo più grande di lei dai modi all'apparenza gentili ed educati. A chiamare il padre della vittima della violenza sessuale consumata sulla spiaggia antistante piazza Mazzini, nella notte fra il 22 e il 23 agosto, è stato il dirigente del Commissariato di Jesolo, Marco Fabro: «Una risposta composta. Ci ha ringraziato per l'impegno profuso e per la vicinanza. No, non si è scagliato contro nessuno. Stiamo parlando di genitori profondamente sotto choc, la cui principale preoccupazione ora è quella di fare il possibile per aiutare la figlia a superare il trauma vissuto».
I RISCONTRI
La ragazzina, ricoverata all'ospedale di San Donà una volta soccorsa e sottoposta a tutti gli accertamenti del caso, è stata riaffidata ai familiari e dovrà intraprendere un percorso difficile e lungo di recupero non tanto fisico, bensì psicologico. Percorso iniziato nell'immediatezza dell'avvio delle indagini una volta salita nell'ambulanza del 118.
Fin da subito è stata affiancata da personale specializzato e con la presenza di uno psicologo. Nei casi di violenza sessuale c'è un protocollo da seguire per non invalidare eventuali prove: dagli indumenti indossati dalla vittima che vanno salvaguardati il più possibile da contaminazioni, al prelievo di liquido seminale, di tracce epiteliali, di capelli. Campioni che sono fondamentali per identificare l'autore della violenza nel caso non se ne conosca l'identità o per inchiodarlo se individuato e arrestato. Un iter non facile da sostenere per qualsiasi donna abusata, ancor più per una minorenne: e non è certo casuale la scelta di una poliziotta per farle le domande, per chiederle di descrivere il suo aggressore, per dirle di cercare di ricostruire le sequenze dell'incubo in cui si è ritrovata. Il rischio è di aggiungere violenza a violenza per il senso di vergogna e di colpa che spesso attanaglia le vittime di abusi sessuali.
LA RICOSTRUZIONE
La ragazzina era in vacanza a Bibione con l'amica del cuore coetanea e il padre di quest'ultima. Insieme avevano deciso, mercoledì scorso, di trascorrere il pomeriggio e la sera a Jesolo, in compagnia di alcuni ragazzi che conoscevano.
Tutto è andato bene fino all'incontro con quello che si sarebbe trasformato nel suo carnefice: lo ha incrociato al Gasoline disco bar di piazza Mazzini. «Piacere sono Mohamed»: hanno cominciato a chiacchierare. Poi... il buio. La ricostruzione dei fatti spetta agli investigatori sulla base della testimonianza sua e dei suoi amici e dei riscontri oggettivi raccolti. Pare che il senegalese con una scusa l'abbia convinta a uscire, dirigendosi all'accesso al mare, per poi minacciarla e trascinarla in spiaggia in una zona appartata dove l'ha stuprata.
GLI INTERROGATIVI
Come è potuto avvenire? Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? L'allarme è scattato solo quando la quindicenne, sconvolta e in lacrime, ha chiesto aiuto al personale della vigilanza notturna dell'arenile.
«Posso solo dire che su piazza Mazzini sono stati eseguiti una marea di servizi di controllo - spiega Fabro - e l'area non è mai stata presidiata come in questa stagione estiva: polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani. Azioni coordinate che hanno avuto il loro risultato in termini di prevenzione e repressione. Certo non si può arrivare dappertutto. Ma il fatto di avere assicurato alla giustizia nel giro di poco l'autore dello stupro è la prova della presenza delle forze dell'ordine e della conoscenza attenta e profonda del territorio e di chi lo frequenta. Gueye? Da quello che abbiamo potuto appurare non era mai stato accomunato ai vari gruppi di spacciatori che sono sotto la lente di ingrandimento della polizia».
Monica Andolfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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