Voleva violentarla, salvata da due turisti

Venerdì 20 Agosto 2021
Voleva violentarla, salvata da due turisti
LA VICENDA
CITTA' DI CASTELLO Tentata violenza carnale e lesioni aggravate. E' la pesantissima accusa a carico di un italiano 69enne, già noto alle forze dell'ordine. Nei suoi confronti gli agenti del Commissariato tifernate hanno dato esecuzione alla misura degli arresti domiciliari disposta dal Giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Perugia su richiesta del pm titolare del fascicolo.
L'attività investigativa ha preso le mosse dalla denuncia presentata dalla vittima. Nella ricostruzione degli inquirenti le sequenze di questa storiaccia sembrano calate nella periferia degradata di una qualche metropoli. Invece, siamo a pochi passi dal centro storico della civilissima Città di Castello. Una donna passeggia da sola lungo il percorso verde del Tevere, vicino al ponte della E45. Viene avvicinata da uno sconosciuto in bicicletta. L'energumeno prima a parole, quindi a fatti rende palesi le sue squallide intenzioni. La spinge, la fa cadere a terra, tenta di piegarla alle sue voglie. Prova anche a sfilarle gli indumenti. Per fortuna, la poveretta, sulla cinquantina, aspetto gradevole, spinta dalla disperazione, trova la forza per divincolarsi. Scappa.
Lui dietro, all'inseguimento. Urlando con quanto fiato ha in gola, mentre prova a mettere quanti più metri possibili tra sé ed il proprio aguzzino, lei attira l'attenzione di una coppia di turisti inglesi. A gesti riesce a farsi capire, a spiegare in quale situazione si trova. L'incontro, casuale quanto provvidenziale, impedisce che lo stupro venga consumato e costringe il 69enne a darsela a gambe. La meticolosa indagine subito avviata e conclusa dalla Squadra Volante con il coordinamento dell'autorità giudiziaria porta all'individuazione del delinquente e, grazie alla tempestiva emanazione del provvedimento restrittivo, al suo arresto. Il questore di Perugia, Antonio Sbordone, aggiunge la misura preventiva dell'avviso orale. E' l'atto in cui all'interessato viene reso noto che esistono dei sospetti sul suo conto. Perciò è invitato a tenere una condotta conforme alla legge ed in caso contrario potrà essere proposto per l'applicazione di una misura preventiva.
E se, stavolta, ad una donna sono state risparmiate le ferite del corpo, non altrettanto può dirsi per le ferite dell'anima. Quelle, chissà se guariranno. Lo testimoniano le 280 che hanno chiamato al numero 353.4164699 del Centro antiviolenza Medusa, aperto a Città di Castello, in via Luca Signorelli, a novembre. Dietro a questi contatti, effettuati 76 colloqui che in 26 casi hanno aperto le porte ai servizi gratuiti del centro: assistenza, consulenza psicologica e legale, affiancamento nella fruizione di servizi, nelle procedure amministrative-burocratiche e nel percorso giudiziario successivo alla denuncia di violenza.
Walter Rondoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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