«Se ti innamori di un altro ti ammazzo»: condannato

Martedì 14 Dicembre 2021
«Se ti innamori di un altro ti ammazzo»: condannato
LA SENTENZA
L'ha picchiata, terrorizzata. L'ha presa a pugni in faccia. Minacciata di morte se si fosse innamorata di un altro. Chiamata al telefono fino a diventare una persecuzione. Un mese da incubo per l'ex fidanzata ma che a lui è costato una condanna a otto mesi di reclusione. Si è concluso così ieri il processo nei confronti di un 45enne, accusato di minacce, atti persecutori e lesioni, per aver reso un inferno la vita alla ex compagna, dopo che lei aveva deciso di lasciarlo dopo una breve relazione. Un amore tossico, forse più senso del possesso che sentimento in realtà, per cui l'uomo è arrivato anche alla violenza fisica, per non aver aver accettato si legge nel capo di imputazione «l'allontanamento affettivo imputato ad altre frequentazioni della donna».
La procura ha spiegato come il 45enne, con condotte reiterate, «percuotendola e minacciandola gravemente in più occasioni, anche mediante l'affissione di biglietti anonimi sul citofono della sua abitazione, aggredendola e cagionandole lesioni al rifiuto della stessa di acconsentire a un rapporto sessuale, contattandola telefonicamente innumerevoli volte, a qualsiasi ora del giorno e della notte, appostandosi sotto la sua abitazione, minacciava e molestava (la donna) in modo da cagionarle un perdurante stato d'ansia e di paura, da ingenerarle un fondato timore per la propria incolumità e da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita tanto da indurla a risiedere in una comunità protetta».
Un insieme di atteggiamenti, un lungo elenco di violenze che fanno perdere il fiato solo a scriverle, figuriamoci a viverle. Senza contare quel pugno in faccia, che l'ha presa in pieno su un occhio e le ha procurato lesioni da dieci giorni di prognosi per «un'ecchimosi periorbitaria, contusione frontale», più le ecchimosi a gomito e coscia.
RABBIA PER L'AMICO
Un incubo che la vittima aveva in qualche modo avvertito per tempo, visto che la storia d'amore era iniziata ad agosto e «presto interrotta si legge nell'ordinanza di custodia cautelare per volontà della donna» che però non è riuscita a evitare «l'allarmante episodio di violenza» di dicembre e la «successiva, ossessiva sequela di minacce e appostamenti». Tutto perché l'ex era venuto a conoscenza di un'amicizia di vecchia data della donna con un altro uomo: notizia che lo ha fatto diventare «molesto e aggressivo nei suoi confronti».
Fino alla sera del 28 dicembre 2016, quando dopo una cena a casa della donna «aveva iniziato a pretendere di avere rapporti sessuali con lei e, di fronte al rifiuto della donna, l'aveva afferrata per la gola e l'aveva minacciata, dicendole che se si fosse innamorata di un'altra persona l'avrebbe uccisa, continuando poi a percuoterla con calci e pugni, mentre la donna invocava aiuto». Provvidenziale l'arrivo di una pattuglia dei carabinieri, anche se l'uomo nel frattempo si era già allontanato. Portata al pronto soccorso, la donna ha raccontato l'accaduto e poi gli atti persecutori che ne seguirono, confermati dai testimoni che hanno raccontato agli inquirenti come fosse perseguita dall'uomo che si era invaghito di lei, «che non tollerava di essere respinto dalla donna, la minacciava per mezzo di sms, si presentava frequentemente ha ribadito ancora il giudice sotto casa sua e quando beveva diveniva violento». Insomma, un inferno finito ora con la sentenza di primo grado. Che ha previsto a favore della donna, difesa e assistita in questi anni dall'avvocato Ilaria Iannucci, anche il pagamento di cinquemila euro.
Egle Priolo
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