Prete pedofilo ai ragazzini «Venite a San Feliciano»

Giovedì 5 Agosto 2021
Prete pedofilo ai ragazzini «Venite a San Feliciano»
L'INCHIESTA
«Ora vediamo che sa fare padre Vincè». «Tu mi devi far vedere che sai fare... () Mi bacerai, sì?». Finisce così, tra contenuti espliciti, una conversazione tra un 16enne di Termini Imerese e Vincenzo Esposito, il parroco di San Feliciano arrestato martedì dai carabinieri con l'accusa di prostituzione minorile aggravata. Uno scambio di battute, intercettato dai militari della cittadina palermitana, che il gip Fabio Pilato ha inserito nell'ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto gli arresti in carcere per il religioso 63enne recluso a Spoleto. Una conversazione, soprattutto, in cui Esposito già frate a Termini Imerese, per questo chiamato padre e poi trasferito da don a San Feliciano è coinvolto in una trattativa per pagare 50 euro a tre giovani in cambio di riprese e videochiamate a sfondo sessuale: «Tesoro ho solo 50 euro più i soldi per poterli spedire, ti devo dire questo? () Non è che posso spendere cento euro al giorno, giusto caro?».
Conversazioni che dal virtuale sarebbero passate in presenza, con l'invito del religioso a essere raggiunto sulle rive del Trasimeno. «C'erano dei biglietti in omaggio dice al telefono a maggio Esposito -, a basso costo... Andata e ritorno da Palermo per Perugia... 15 euro... 20 euro... forse... 20 euro... andata e ritorno». Un invito partito dopo la promessa di essere «appagato sessualmente», come spiegano i carabinieri. Un insieme di accordi che hanno convinto il gip alla necessità degli arresti per il prete «aduso a pratiche sessuali illecite», che ne rivelano «anche le sistematiche modalità di consumazione, la pervicacia e l'insistenza nell'avanzare le richieste, sempre dietro la prospettazione di una ricompensa economica conseguita al soddisfacimento degli istinti perversi».
Il sacerdote «ha saputo impostare un gioco psicologico di dipendenza, ed anche di affetto», dice il gip, «inducendo in tentazione i ragazzini con le ricompense economiche, e così approfittando delle umili origini e della situazione di bisogno». Tanto che dalla intercettazioni emerge la costante richiesta di soldi per ricariche telefoniche o per pacchetti di sigarette da parte di quelle che la procura di Palermo considera almeno quattro vittime degli istinti di Esposito.
Che ieri, durante l'interrogatorio di garanzia tenuto da remoto con il gip Pilato e il pm Ludovica D'Alessio ha scelto come la madre di uno dei minori, accusata di essere a conoscenza e di aver approfittato dei compensi per le immagini del figlio e finita ai domiciliari di avvalersi della facoltà di non rispondere. «Alla notizia dell'arresto ha commentato l'avvocato Renato Vazzana, legale di Esposito - pensavamo di avere l'interesse di chiarire tutto subito, ma non avevamo visionato l'ordinanza di custodia cautelare, di cui abbiamo preso visione solo prima dell'interrogatorio. E da una prima sbirciata ci siamo resi conto che ci sono punti oscuri da chiarire. Non da parte del mio assistito, ma da parte della procura che inserisce delle intercettazioni a metà, troncando il ragionamento che potrebbe non apparire conducente verso un tipo di reato. Per cui abbiamo ritenuto opportuno di avvalerci della facoltà di non rispondere. La richiesta di scarcerazione? Non l'abbiamo avanzata perché non avendo portato alcuna novità sarebbe stato un rigetto sicuro. Ma prima dell'interrogatorio, ho avuto modo di parlare una ventina di minuti con Esposito, che mi ha fornito spunti difensivi che adesso vanno ampliati, per difenderlo da accuse pesanti e infamanti nei confronti di un soggetto fin adesso limpido. Come sta? È sereno ma provato. E si capisce visto che fino a 48 ore fa era in chiesa a dire messa».
Egle Priolo
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