Maxi incendio: pagherà 50mila euro di danni

Giovedì 2 Settembre 2021
Maxi incendio: pagherà 50mila euro di danni
IL CASO
Quattro ettari a Castel Rigone, quasi sette a Col Piccione e altri quattro a San Donato: sono i numeri del disastro. E del terrore. Perché quel maxi incendio che lo scorso 28 luglio ha tenuto sotto scacco Castel Rigone e frazioni dal primo pomeriggio fino a notte fonda non è stato soltanto un disastro ambientale ma anche ore di angoscia per famiglie che hanno visto fiamme e fumo fin dentro i giardini di casa.
A poco più di un mese da quell'incendio, con tre punti di innesco differenti alimentati dal vento e dalle temperature roventi di questa estate, colui che ha dato origine a tutto ciò ha un nome e un cognome.
Si tratta di un operaio che stava lavorando nella zona e che viene ritenuto responsabile di aver «colposamente causato» tranciando un cavo elettrico il maxi incendio che ha tenuto impegnati decine di soccorritori tra vigili del fuoco, carabinieri forestali e funzionari dell'agenzia forestale oltre che 5 mezzi aerei, 4 elicotteri e un Canadair. L'uomo, fanno sapere i carabinieri forestali diretti dal colonnello Gaetano Palescandolo, è stato denunciato. Ma non finisce qui. Perché in base a una prassi ormai consolidata, oltre alla denuncia per chi viene individuato come autore di incendi di boschi scatta anche la richiesta di risarcimento danni. Richiesta ovviamente ancora in fase di quantificazione ma, da quanto si apprende, considerando che sono andate in fumo parti di bosco e pertinenze di abitazioni private, la richiesta dovrebbe essere almeno di 50mila euro.
Non finisce qui, si diceva. Perché i carabinieri sono a caccia degli altri piromani che hanno reso durissima l'estate e starebbero stringendo su qualche profilo.
IL TERRORE
«Gli incendi sono stati causati da scintille provenienti dalle linee elettriche di media tensione; si è accertato che l'operaio che lavorava sulla linea elettrica, non avendo ritratto la gru del proprio camion, durante le operazioni di carico e scarico merci, aveva tranciato un cavo elettrico creando un sovraccarico sulla rete causando guasti, dai quali scaturivano le scintille che hanno generato gli incendi». Inizia così il film di quella giornata di terrore comincia intorno allora di pranzo. L'allarme parte circa alle 13 e subito arrivano tre squadre dei vigili del fuoco in una zona di Castel Rigone a causa di un incendio del bosco che, secondo fonti dei vigli del fuoco, è partito da tre fronti diversi toccando Col Piccione, Rigonella e San Donato. A Col Piccione vengono fatte allontanare dai carabinieri forestali, diretti dal colonnello Gaetano Palescandolo, diverse persone per fumo e fiamme vicino ai muri casa. In una casa una scintilla causerà l'incendio del divano al primo piano e il proprietario riuscirà a gettarlo fuori dalla finestra evitando l'incendio, poi tu tutte le persone sono state subito soccorse e tranquillizzate dalla pattuglia dei carabinieri arrivata sul posto. Le fiamme si fermano a pochi metri dai muri delle abitazioni in tutti e tre gli incendi. Sul posto al lavoro un elicottero, le squadre le squadre dell'Agenzia forestale e un Canadair per spegnere le fiamme dall'alto. Il comando di Perugia dei vigili del fuoco in quella drammatica giornata sarà impegnato anche in un altro focolaio che si è sviluppato nella zona di Mongiovino, a Tavernelle, facendo arrivare a quota 4 i grandi focolai che si sono sviluppati quel giorno nel comprensorio del Trasimeno.
Michele Milletti
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