Vitalizi, la spaccatura del Pd dietro il rinvio della riduzione

Giovedì 18 Aprile 2019
IL RETROSCENA
UDINE Solo questioni tecniche o anche politiche all'origine del rinvio della riduzione dei vitalizi regionali e dell'arrivo oggi in Aula di un testo che, nell'attesa, proroga nuovamente il contributo di solidarietà per i consiglieri titolari di vitalizio, intervento introdotto nel 2015?
Il presidente dell'Aula, Pier Mauro Zanin, nei giorni scorsi ha motivato lo slittamento della norma con «l'opportunità» di attendere gli esiti della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni, «per giungere a un'attuazione omogenea e coordinata della disciplina legislativa». Esiti che sono puntualmente giunti ieri pomeriggio, addirittura con uno «schema comune di testo di legge attuativo». Uno schema, dice ancora la Conferenza, che «le Regioni potranno utilizzare come riferimento nella stesura della loro legge regionale». Ora dunque c'è tutto, come ha prontamente commentato ieri a stretto giro lo stesso Zanin, per provvedere «al varo definitivo delle due discipline e dei conseguenti provvedimenti che verranno approvati entro il mese di maggio».
IL NODO
Proprio in quel plurale, due e non una disciplina, starebbe però il motivo politico dello slittamento della norma sui tagli. Se non il motivo, certamente, pare, un motivo determinante. L'intento del piano originario che sarebbe dovuto arrivare in Aula già mercoledì, infatti, prevedeva l'ottenimento di due obiettivi. Il primo riguardava il riconteggio dei vitalizi in essere con il sistema retributivo (gli ex consiglieri cioè percepiranno il vitalizio sulla base di quanto hanno versato, con un tetto minimo e massimo dell'assegno), come vogliono le disposizioni nazionali seguite all'intesa raggiunta tra Regioni e tra queste e il Governo, al fine di ridurre la spesa pubblica. Il secondo riguardava il ripristino del vitalizio per i consiglieri regionali del Fvg, cancellato dall'amministrazione guidata dalla Dem Debora Serracchiani, anch'esso conteggiato naturalmente con il sistema contributivo.
IL DINIEGO
Il documento era pronto per arrivare in Aula con l'accordo di tutte le forze politiche, senonché all'atto della sottoscrizione a tirarsi indietro sarebbe stato il Pd, soprattutto per non andare a frattura interna. Alcuni consiglieri, quelli ancora ancorati alla linea che fu di Serracchiani, si sono messi di traverso alla reintroduzione del vitalizio dopo essere stati coloro che l'hanno cancellato neppure cinque anni fa. Altri invece la considererebbero una norma ragionevole e sarebbero pronti al sostegno, ma non a costo di mettere in fibrillazione il partito. Da qui la mancata firma del capogruppo Sergio Bolzonello. Di per sé la defezione dei Dem non avrebbe inficiato l'operazione, data la solida maggioranza di cui dispone il Centrodestra. A scendere il campo per bloccare tutto, però, a quel punto sarebbe stato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, per nulla disposto a farsi carico in autonomia di provvedere al taglio dei vitalizi passaggio obbligato e alla reintroduzione degli stessi, seppur con il metodo contributivo. Sarebbe nato da questa situazione di stallo l'accordo per una proroga fino al 30 giugno del contributo di solidarietà degli ex consiglieri che arriverà in Aula oggi per l'approvazione, con la firma di tutte le forze, Pd compreso, rappresentato da Franco Iacop componente del tavolo tecnico in materia. Una via d'uscita che potrebbe dare giorni utili a trovare una quadra politica, pur in un tempo contenuto, poiché le proroghe alla solidarietà sono state già diverse e avrebbero già superato quella transitorietà del provvedimento che la Corte costituzionale fissa in tre anni.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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