Vince l'effetto-antidoto A febbraio meno morti

Mercoledì 24 Febbraio 2021
L'ANALISI
PORDENONE E UDINE Per la prima volta anche le autorità parlano di effetto vaccino. A circa due mesi dalla prima dose iniettata in regione il 27 dicembre alla dottoressa goriziana Ariella Breda, si vede infatti l'impatto dell'antidoto. E un dato, in cima a tutti gli altri, merita un risalto maggiore: in Friuli Venezia Giulia sono in netta discesa i decessi, e il calo risente in modo positivo del crollo dei contagi soprattutto nelle case di riposo, ormai protette dai vaccini.
I NUMERI
In due mesi, dal 20 dicembre a domenica 21 febbraio, in regione la mortalità causata dal Coronavirus è scesa del 64 per cento. Nella settimana prima di Natale in regione i decessi erano stati 196, mentre in quella che si è appena conclusa si è scesi a 71. Il vero e proprio crollo è avvenuto a partire dall'inizio di febbraio, proprio quando la penetrazione del vaccino all'interno delle residenze per anziani è diventata importante, dal momento che gli ospiti hanno ricevuto quasi tutti anche la seconda dose. Si è passati infatti dai 167 morti della settimana che si è conclusa il 7 febbraio ai 71 già citati. E ora si attende anche l'effetto dell'immunizzazione degli ultraottantenni, dal momento che l'età media dei pazienti che non ce l'hanno fatta resta sempre attorno agli 80 anni. Il calo più evidente lo si apprezza in provincia di Pordenone, con undici decessi nell'ultima settimana, nessuno dei quali avvenuto nelle residenze per anziani, dove sono a zero anche i contagi negli ultimi 21 giorni. Va peggio la provincia di Udine, che quotidianamente contiene oltre il 50 per cento dei decessi.
LA CONFERMA
«L'inoculazione dei vaccini, con un'adesione pressoché totale alla campagna vaccinale, tra il personale socio sanitario e i residenti delle strutture residenziali per anziani è stato sicuramente un elemento fondamentale nella guerra al Covid-19, ma è importante non abbassare la guardia e proseguire l'azione di vigilanza costante implementata dall'inizio della pandemia», ha spiegato il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi. Dopo il boom di contagi registrati tra gli anziani delle case di riposo registrato a novembre (1.703 casi), il numero di casi è calato a dicembre e gennaio (rispettivamente 1.079 e 917), per poi precipitare a febbraio (162). «Oggi vediamo il risultato dell'impegno profuso per garantire la copertura vaccinale nelle strutture, dato che il tasso di positività tra gli ospiti delle case di riposo è sceso dal 9,9 per cento di novembre al 2,1 di febbraio. In modo analogo, vaccinare il personale operante nelle case di riposo ha consentito una riduzione dei contagi dai 632 di novembre ai 77 di febbraio, con un tasso di positività passato da 4,2 a novembre a 1,2 a febbraio. Riccardi ha infine chiarito che «sul fronte degli operatori del servizio sanitario regionale i casi positivi registrati a novembre sono stati 908 e a dicembre 950, mentre a febbraio solo 114 hanno contratto il Covid-19, con un tasso di positività passato dal 2,3 per cento di novembre e dicembre allo 0,5 di febbraio». Il rapporto tra decessi e casi positivi è passato dal 6,5 delle prime due settimane di febbraio al 3,9 della terza. «Anche in merito a questi dati deve essere tenuto conto dell'importante lavoro di individuazione del virus che ha permesso di stabilire come causa della morte il Covid-19: rispetto alla media nazionale di decessi su casi positivi del 3,4 per cento il dato del 3,7 del Fvg è di poco superiore ed inferiore a quello di Piemonte (3,9 per cento), Emilia Romagna (4,2 per cento), Liguria (4,7 per cento), Lombardia (4,8 per cento) e Valle d'Aosta 5,2 per cento)».
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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