Valutazione e rivalutazione dei crediti la fiducia delle aziende in Fvg diminuisce

Lunedì 22 Luglio 2019
IL RAPPORTO
UDINE Diminuiscono in regione le richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese friulane. La maglia nera è Trieste, ma al secondo posto c'è Udine, che vede un decremento a doppia cifra, con una percentuale del 12,6 per cento, in linea con la media regionale.
IL QUADRO
Dalle elaborazioni effettuate sul patrimonio informativo di Eurisc - il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif - emerge un quadro non confortante relativamente all'andamento delle richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane. Nello specifico, dopo un 2018 che si era concluso in crescita grazie alla performance positiva all'ultimo trimestre (che aveva fatto segnare un +4,1%), i dati relativi ai primi 6 mesi dell'anno in corso evidenziano una inversione di tendenza che si concretizza in un calo del -3,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, a cui si accompagna anche una flessione dell'importo medio richiesto (-1,2%). Per quanto riguarda nello specifico il Friuli-Venezia Giulia, nel primo semestre dell'anno il numero di richieste di valutazione e rivalutazione degli affidamenti presentate dalle imprese è diminuito del -12,6% rispetto al 2018.
LE DINAMICHE
Nel complesso, le dinamiche rilevate a livello locale potrebbero essere influenzate da molteplici fattori, che non sono stati oggetto di approfondimento nello studio. In tutte le province friulane si osserva un andamento negativo, con Trieste che spicca per la flessione più accentuata, pari a -19,7%, seguita da Udine, con -12,6%. Per quanto riguarda l'importo medio, invece, con 86.813 il Friuli-Venezia Giulia si colloca al di sopra della media nazionale. Il valore più elevato si registra a Udine, con 129.175 euro, seguita a distanza da Gorizia, con 54.099 euro, e da Trieste, con 53.849 euro mediamente richiesti dalle imprese.
«In questa prima metà dell'anno si evidenzia un rallentamento generalizzato del numero di interrogazioni relative alle richieste di valutazione e rivalutazione degli affidamenti presentate dalle imprese. Sull'inversione di tendenza rispetto ai trimestri precedenti pesa anche l'incertezza sull'evoluzione del quadro macroeconomico, che potrebbe aver indotto le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, ad adottare un atteggiamento attendista e a rinviare gli investimenti a momenti più favorevoli», commenta Simone Capecchi, executive director di Crif.
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