Vallenoncello candidata ad ospitare la cittadella dell'economia circolare

Lunedì 25 Maggio 2020
Vallenoncello candidata ad ospitare la cittadella dell'economia circolare
AMBIENTE
PORDENONE Vallenoncello si candida ad ospitare la prima cittadella dell'economia circolare in città e probabilmente dell'intera regione. Si tratta di un progetto ambizioso che l'assessore Stefania Boltin - pur con qualche resistenza che è già arrivata anche da una parte della maggioranza - sta cercando di far decollare. I tempi, arrivati a questo punto, potrebbero essere maturi per superare tutte le perplessità e nel quartiere, in un'area ben delimitata, realizzare un centro di raccolta rifiuti, un centro di riuso e un impianto a biomasse.
L'emergenza sanitaria da coronavirus ha rallentato (non poco) il processo attuativo. Ora è necessario recuperare il tempo perso e mettere basi (solide) perché entro la metà del prossimo anno, quindi poco prima della fine del mandato dell'amministrazione in carica, possano essere avviati i lavori per la realizzazione della cittadella. Gli uffici competenti hanno ripreso a lavorare per accelerare ed ottimizzare i tempi. Sono in corso le verifiche sull'area da utilizzare: sono stati per ora individuati i terreni, di proprietà del Comune, vicini alla sede di Gea a Vallenoncello. Ma non è detto che siano proprio quelli: la scelta potrebbe anche ricadere altrove.
IL PROGETTO
Nella cittadella dell'economia circolare dovrebbero nascere un'eco-centro, un centro del riuso ed un impianto a biomasse. Boltin, dal canto suo, non ha mai nascosto l'ambizione di guardare sempre più all'ambiente, allo smaltimento dei rifiuti e alla produzione di energia pulita attraverso un piano di auto-mantenimento. Ovvero, che non vada ad incidere ulteriormente sulle tasche dei contribuenti ma che, anzi, venga loro incontro in termini di abbattimento dei costi della Tari. I tempi (se l'emergenza Covid-19 non ci metterà ancora lo zampino) non dovrebbero essere lunghi. È possibile che, finanziamenti permettendo (è questa la sfida forse più difficile da affrontare in questo preciso momento), i lavori possano essere avviati già entro il prossimo anno.
Gli investimenti si parla di qualche milione di euro dovranno essere reperiti o attraverso fondi europei oppure ricorrendo ad un partenariato pubblico-privato. Pordenone si candida così a diventare un modello da seguire a livello regionale dove, a quanto pare, non esistono ancora cittadelle dell'economia circolare.
I LAVORI
Si comincerà con la realizzazione di un centro di riuso, un progetto che, una volta redatto da un professionista, dovrà passare, come peraltro anche chiesto anche dalle minoranze consiliari, attraverso la Commissione Lavori pubblici. Si tratta di realizzare una piattaforma che darà una seconda vita a beni in disuso, quelli considerati non più utili e per questo conferiti nell'eco-piazzola. La normativa regionale, tuttavia, non prevede ancora la rivendita di quegli oggetti che sono stati sistemati o riparati. È stata chiesta a Trieste una modifica al regolamento vigente. Come succede per esempio a Vicenza, un centro di riuso può creare occupazione, impiegando magari anche persone svantaggiate, e, al contempo, dare vita a veri e propri laboratori specifici. È così che dal centro potrebbero uscire, per poi essere venduti (gli introiti andrebbero ad abbattere i costi per la gestione del sito, ndr), mobili, vestiti, corredi ricamati, dispositivi elettronici rigenerati ed oggetti antichi da collezione. Solo per citare alcuni esempi. I beni da recuperare arriverebbero dalla nuova piazzola ecologica, quella che in futuro prenderà il posto di quella attualmente in uso e per la quale sono previsti interventi di sistemazione della pavimentazione e della recinzione. Quella che dovrebbe sorgere in futuro sarà - sono queste le premesse - una eco-piazzola moderna, più grande e maggiormente attrezzata. Insomma, a misura di cittadino.
Al.Co.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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