L'ANALISI
UDINE Ormai da anni la tendenza di gran parte delle ottantotto fondazioni di origine bancaria operanti sul territorio nazionale (e numericamente concentrate in massima parte nel nord e centro nord) è quella di operare attraverso l'indizione di bandi. Questo per assicurare la maggior trasparenza possibile per ciò che concerne i criteri di selezione, dove i parametri hanno raggiunto ragguardevoli livelli di equità ed oggettività. Per ciò che concerne il mondo del restauro che implica una affettuosa attenta cura del ricchissimo patrimonio artistico e artistico-artigianale del territorio il bando relativo giunge alla seconda edizione dopo il successo del suo debutto avvenuto l'anno scorso in medesimo periodo, dopo quello su welfare e beni artistici e culturali. Quella del restauro è prima di tutto una vera e propria civiltà, un modo di pensare e di aver rispetto e cura di ciò che ci ha preceduto, nel segno dell'amore ragionato per gli elementi costitutivi dell'identità declinata in varie forme e stili. La regione Friuli Venezia Giulia, con particolare riferimento alle ex provincie di Udine e Pordenone, sulla cui vasta area insiste la competenza operativa della Fondazione Friuli è molto più ricca artisticamente di quanto non si possa immaginare. Ad esempio, se è ovvia la densità di opere e siti artistici di regione del centro italia (Umbria, Marche, Toscana) è meno ovvio scoprire quante e quali gioielli nutrano il remoto nord est. Oltre a ciò già nel bando scorso era stata inserita una voce che è un valore ulteriore in un progetto simile: () si è voluto dedicare attenzione anche al restauro di immobili vincolati e al recupero di edifici da adibire a centri di aggregazione sociale e culturale. L'intento è quindi quello di operare in continuità nella tradizionale valorizzazione e recupero di beni storico artistici (da quest'anno anche immobili), ma anche, e in questo consiste la novità più rilevante del bando, di favorire il recupero dei luoghi di aggregazione dei giovani e degli anziani, in risposta a un bisogno che emerge in maniera forte e chiara dalla nostra comunità. Tale fatto costituisce decisamente una marcia in più rispetto ai consueti e pur utili e fattivi bandi simili indetti da altre istituzioni. Il proseguire su questa strada da parte di Fondazione Friuli con la importante partner ship di Banca Intesa contribuirà poi a essere sempre più esperiti e organizzati i più motivati interlocutori richiedenti.
Marco Maria Tosolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA UDINE Ormai da anni la tendenza di gran parte delle ottantotto fondazioni di origine bancaria operanti sul territorio nazionale (e numericamente concentrate in massima parte nel nord e centro nord) è quella di operare attraverso l'indizione di bandi. Questo per assicurare la maggior trasparenza possibile per ciò che concerne i criteri di selezione, dove i parametri hanno raggiunto ragguardevoli livelli di equità ed oggettività. Per ciò che concerne il mondo del restauro che implica una affettuosa attenta cura del ricchissimo patrimonio artistico e artistico-artigianale del territorio il bando relativo giunge alla seconda edizione dopo il successo del suo debutto avvenuto l'anno scorso in medesimo periodo, dopo quello su welfare e beni artistici e culturali. Quella del restauro è prima di tutto una vera e propria civiltà, un modo di pensare e di aver rispetto e cura di ciò che ci ha preceduto, nel segno dell'amore ragionato per gli elementi costitutivi dell'identità declinata in varie forme e stili. La regione Friuli Venezia Giulia, con particolare riferimento alle ex provincie di Udine e Pordenone, sulla cui vasta area insiste la competenza operativa della Fondazione Friuli è molto più ricca artisticamente di quanto non si possa immaginare. Ad esempio, se è ovvia la densità di opere e siti artistici di regione del centro italia (Umbria, Marche, Toscana) è meno ovvio scoprire quante e quali gioielli nutrano il remoto nord est. Oltre a ciò già nel bando scorso era stata inserita una voce che è un valore ulteriore in un progetto simile: () si è voluto dedicare attenzione anche al restauro di immobili vincolati e al recupero di edifici da adibire a centri di aggregazione sociale e culturale. L'intento è quindi quello di operare in continuità nella tradizionale valorizzazione e recupero di beni storico artistici (da quest'anno anche immobili), ma anche, e in questo consiste la novità più rilevante del bando, di favorire il recupero dei luoghi di aggregazione dei giovani e degli anziani, in risposta a un bisogno che emerge in maniera forte e chiara dalla nostra comunità. Tale fatto costituisce decisamente una marcia in più rispetto ai consueti e pur utili e fattivi bandi simili indetti da altre istituzioni. Il proseguire su questa strada da parte di Fondazione Friuli con la importante partner ship di Banca Intesa contribuirà poi a essere sempre più esperiti e organizzati i più motivati interlocutori richiedenti.
Marco Maria Tosolini
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