Una battaglia testarda vinta a dieci anni dal referendum

Giovedì 23 Novembre 2017
LA STORIA
UDINE (AL) La Chiesa friulana forse ha saputo interpretare il futuro: solo qualche settimana fa ha fatti stabilito che Sappada e Forni Avoltri, da sempre realtà legatissime, condividano anche il parroco, rinsaldando così un'appartenenza dei sappadini alla terra friulana. Un legame che per l'Arcidiocesi di Udine è da sempre anche formale, poiché il centro dolomitico è l'ultima parrocchia a Ovest della Chiesa friulana. Ora le due comunità condivideranno anche la Regione e, magari con l'andar del tempo, la stessa Unione territoriale intercomunale.
L'affinità, non solo elettiva, tra la montagna friulana e la porta del territorio ora bellunese affonda le radici in un tessuto storico e culturale solido, oltreché in abitudini di frequentazione che non hanno neppure data, tanto che il passaggio dal Veneto al Friuli Venezia Giulia è stato da molti interpretato come un «ritorno», piuttosto che come un «arrivo». Lo si è ricordato, una occasione per tutte, lo scorso 3 aprile, quando il Friuli ha celebrato con successo a Sappada la Fieste de Patrie dal Friul. Insieme alla comunanza storica, geografica, religiosa, culturale e di struttura economica e sociale, Sappada e il Friuli condividono anche la specialità linguistica. Sappada/Plond è in fatti un'isola linguistica germanofona. La lingua della popolazione sappadina è affine a quella bavaro-tirolese parlata nelle vicine comunità germanofone del Friuli come Sauris e Timau.
Del resto le origini di Sappada si anniderebbero in alcune famiglie arrivate dalla vicina Austria attorno all'XI secolo per insediarsi in quella conca ai piedi delle Dolomiti con l'autorizzazione del patriarca di Aquileia su invito dei Conti di Gorizia e dietro il pagamento di una somma annuale. Dopo una breve dominazione francese, Sappada passò sotto l'Impero austro-ungarico. Fu nel 1852 che Sappada passò alla provincia di Belluno, che nel 1866 fu annessa all'Italia. Radici mai dimenticate a Sappada, che dieci anni fa ha deciso di sottoporre a referendum l'idea di «tornare» in Friuli, con una decisione del Consiglio comunale nel luglio del 2007. La consultazione si tenne il 9 e 10 marzo 2008: vi partecipò il 75,5% dei sappadini aventi diritto al voto e il 95% dei voti fu favorevole al cambio di regione.
PERCORSO
Da lì per arrivare ad avere la legge che consenta il trasferimento come si sa ci sono voluti dieci anni. Dopo il voto dei sappadini, si sono espressi i consigli regionali di entrambe le Regioni interessate: il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia il 23 novembre 2010 ha approvato un voto alle Camere e al Governo concernente la richiesta al Parlamento di legiferare in merito al distacco; il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il 28 giugno 2012 una mozione in cui è stato conferito mandato al presidente del Consiglio regionale e alla Giunta di chiedere al Parlamento e al Governo di procedere all'approvazione di una legge per il passaggio del Comune dalla provincia di Belluno a quella di Udine.
La legge approvata ieri risulta da un testo unificato di due disegni di legge che erano stati presentati a inizio legislatura dall'allora senatrice e oggi europarlamentare friulana Isabella De Monte (Pd) e dalla senatrice veneta Raffaella Bellot e altri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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