Un'«anticamera» per il pronto soccorso

Venerdì 17 Agosto 2018
Un'«anticamera» per il pronto soccorso
PROPOSTE E CRITICHE
UDINE Propositivi e pronti al dialogo. I quattro Ordini provinciali dei medici hanno le idee chiare sul futuro della sanità targata Friuli Venezia Giulia e hanno detto la loro al recente incontro avuto con l'assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi. In tasca, i medici hanno idee, ma anche critiche sul Sistema sanitario regionale. A elencare pregi e difetti sono Claudio Pandullo, Presidente della Federazione regionale degli Ordini dei medici del Fvg e il vicepresidente Maurizio Rocco.
CODICI BIANCHI
Una delle principali criticità degli ospedali, e quelli della regione non fanno eccezione, è il cospicuo afflusso di utenti nei Pronto soccorso, spesso codici bianchi che non necessitano di rivolgersi all'ospedale. Da questa considerazione arriva la proposta innovativa dei medici che in ospedale ci lavorano, ne conoscono dinamiche e possibili soluzioni ai problemi.
La Federazione pensa a una struttura intermedia in cui il medico di medicina generale fa un triage sui codici bianchi, «un ambulatorio spiega Pandullo per desaturare il pronto soccorso». Nulla di irrealizzabile se si pensa che nella vicina Slovenia questa struttura già esiste: «ci siamo confrontati con i colleghi sloveni e austriaci su questo tema - precisa Rocco si può fare anche qui». E a che si chiedesse se non siano troppe, così, le incombenze dei medici di medicina generale, i camici bianchi hanno la risposta pronta: »magari sono da rivedere anche i Cap (centri di assistenza primaria), che in alcune aree sono anche troppi».
L'INFORMATICA S'INCEPPA
Già i medici sono gravati dalla burocrazia, se poi ci si mette anche un sistema informatico capriccioso, la situazione si complica. Insiel, la società in house della Regione che progetta e gestisce i servizi informatici di tutto il sistema sanitario, costa 37 milioni di euro all'anno, «ma è lenta per i problemi pratici dice Pandullo ; più volte abbiamo chiesto che si attivi per fornire le credenziali ai giovani medici sostituti che devono rilasciare le certificazioni di malattia per l'Inps, cosa che ancora non possono fare. Siamo ancora fermi, eppure è un passaggio semplice che nelle altre regioni avviene in modo automatico».
Accade così che un lavoratore che necessita del certificato di malattia deve incrociare le dita affinché il suo medico non sia in ferie o influenzato, altrimenti per ottenere un foglio l'iter burocratico si allunga parecchio. Inoltre, stando ai dati del Censis, in Fvg la condivisione dei dati informatici è scarsa e rappresenta una criticità. «Una nota positiva - aggiunge Rocco è il fascicolo elettronico giunto alla fase finale della sperimentazione e sarà pronto entro fine anno».
«Speriamo che siano tempi da calendario e non da Insiel», aggiunge Pandullo.
CONSULTA SANITARIA
Riccardi ha voluto un tavolo dei saggi per innovare il sistema sanitario fatto di ex direttori della sanità, cattedratici e un uomo di fede. La Federazione propone, parallelamente, l'istituzione di una consulta sanitaria regionale, una realtà già operativa in altre regioni come Puglia e Toscana, un organismo super partes costituito non solo da medici, ma dai rappresentanti delle professioni sanitarie come gli infermieri e con il coinvolgimento delle associazioni per i diritti del malato, una consulta senza colori politici. Tra le istanze portate sul tavolo della Regione c'è anche lo sblocco del turnover ospedaliero «per far reggere il sistema e frenare la corsa la privato».
IL CAOS SPECIALITÀ
Tra protocolli di emergenze territoriali da rivedere, tempi più rapidi nei trasporti e rafforzamento dell'assistenza territoriale, tutti temi su cui i medici non sono stati ascoltati nel periodo di gestazione della precedente riforma, uno dei nodi da sciogliere è quello relativo ai posti per le scuole di specialità. «Ci sarebbe piaciuto essere convocati dalla Regione al momento della predisposizione dei posti critica Pandullo , dato che manca totalmente la programmazione del fabbisogno medico». A sfatare il mito della carenza di medici e pediatri ci pensa Rocco: «Non mancano medici, manca la programmazione. I medici ci sono, alcuni anche a spasso e altri che se vanno all'estero», un vero peccato dato che «un medico costa 150mila euro per una formazione completa», aggiunge Pandullo.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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