Tondo alla riconquista della Regione

Sabato 17 Marzo 2018
LO SBLOCCO
UDINE Renzo Tondo candidato presidente del Centrodestra per le elezioni regionali del 29 aprile. Dopo mesi di incertezze e un'ultima settimana con accadimenti del tutto inediti per il Friuli Venezia Giulia, con candidati bruciati al ritmo di uno all'ora, ieri sera poco dopo le 20.30 è arrivata la dichiarazione che ha risolto un'ennesima giornata di colpi di scena continui e messo fine a una telenovela fuori da ogni schema: «Sosteniamo la candidatura del governatore Renzo Tondo», ha scritto Matteo Salvini, il leader leghista che così ha accolto il nome avanzato da Forza Italia con Silvio Berlusconi all'ora di pranzo, mettendo in soffitta la disponibilità a candidare espressa alle 10 del mattino dal segretario del Carroccio Fvg, Massimiliano Fedriga. Era il tassello mancante, dopo che nel tardo pomeriggio Giorgia Meloni con Fdi aveva dato l'avvallo.
Coalizione salva, dunque, dopo che si è sfiorata più di una volta la spaccatura e l'ex governatore ed ex forzista Tondo (ha guidato la Regione dal 2001 al 2003 e dal 2008 al 2013) pronto ad accettare «per senso di responsabilità» - nel 2013 da ex forzista ha fondato la lista civica Autonomia responsabile , un atto fatto con «piacere e orgoglio» e che ora attende «la collaborazione di tutti» perché «ci aspettano cinque anni molto difficili».
Per il neo-candidato presidente una doppia soddisfazione politica, di quelle che non capitano spesso, men che meno nell'arco di soli 12 giorni: lui carnico eletto deputato nel collegio uninominale di Trieste il 4 marzo staccando di 13 punti percentuali la rivale Debora Serracchiani, la presidente uscente della Regione che gli aveva soffiato il posto da governatore cinque; ora chiamato da Berlusconi ad accettare la candidatura allo scranno più alto della Regione come unica figura capace di far convergere tutte le anime del Centrodestra. «Non mi tremano i polsi», ha aggiunto Tondo in serata parlando quasi già da presidente, «ma qualche preoccupazione ce l'ho: tornare qui con i problemi che ci lascia Serracchiani e con una macchina regionale in difficoltà so cosa vuol dire».
È stata una partita complicatissima che, al netto dei più di dieci nomi consumati nell'arco di sole 24 ore, ha visto in campo da mesi movimenti ufficialmente convergenti con il motto «unisce si vince», ma azioni non sempre conseguenti. A partire dal primo e continuo «no» della Lega al forzista Riccardo Riccardi presidente.
E così a soli pochi minuti dall'annuncio ufficiale di Tondo candidato, si sono cominciati a contare i vinti e i vincitori della partita. Forza Italia, che giovedì sera pareva ormai messa all'angolo da una Lega imperiosa con il suo 26% in regione rispetto all'11% degli azzurri è resuscitata con Tondo che non è più forzista ma che, di fatto, correrà per la presidenza in quota azzurra. Perciò, seppur ridimensionata dalle urne, e costretta a subire i tanti «no» del Carroccio non ha perso la faccia. E con il partito neppure la sua coordinatrice regionale Sandra Savino, super silenziosa nei giorni della gran buriana.
Per una vittoria non vittoria, c'è chi annovera tra gli sconfitti entrambi i nomi che si sono contrapposti in questi mesi: Riccardi, che seppur benedetto nel ruolo da Berlusconi a fine 2016 non è riuscito ad avere la candidatura; Fedriga, perché in questo periodo avrebbe sposato la linea del suo supporter Ferruccio Saro, l'ex deputato di Martignacco che tondiano non lo è mai stato. Anzi, nel 2008 fu fermo oppositore della sua candidatura, salvo capitolare sul filo di lana. Per un nodo che si è risolto, altri restano da affrontare. Innanzitutto la raccolta delle 5mila firme per Fi, Fdi, Pensionati, Progetto Fvg entro il 25 marzo, pena l'esclusione dalla corsa elettorale. Poi bisognerà organizzare le elezioni suppletive nel collegio di Trieste per sostituire Tondo, se eletto presidente, verificando se sarà il leghista vicesindaco di Trieste, Pierpaolo Roberti, a cercare di vincere portando così i parlamentari del Carroccio Fvg a sette. Non da ultimo, resta da registrare la scelta che Riccardi ha in animo per sé dopo questo epilogo.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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