Tombe profanate, le telecamere funzionano

Sabato 14 Dicembre 2019
Tombe profanate, le telecamere funzionano
UDINE
«Le telecamere all'interno del Cimitero di San Vito ci sono e sono perfettamente funzionanti». Parole dell'assessore alla Sicurezza del Comune di Udine, Alessandro Ciani, all'indomani delle polemiche sorte sul gravissimo episodio registrato nel camposanto, con la profanazione di una cripta e il furto di gioielli dalle tombe di una famiglia di origine Sinti, Braidich/Hudorovich. Ciani, dopo una verifica con il Comando della Polizia locale e alla luce dei dubbi sollevati sull'effettiva funzionalità delle stesse, conferma che «il sistema di videosorveglianza è composto da una telecamera che sorveglia ogni ingresso del cimitero, alle quali se ne aggiungono tre all'interno, che fanno parte di un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso». L'assessore conferma anche che, nell'incarico affidato ad un professionista (ingegnere), per la predisposizione del bando da 400 mila euro per i nuovi sistemi di videosorveglianza, verrà fatta una ricognizione sulle aree sensibili da potenziare.
LE INDAGINI
Gli inquirenti, la Polizia Scientifica e il personale della Questura di Udine, attendono di poter disporre delle riprese, per tentare di capire chi siano i tombaroli che hanno messo a segno il macabro colpo nella nottata tra martedì e mercoledì. Perché sicuramente si tratta di più di una persona, almeno tre, visto il notevole peso della lastra di granito che è stata spostata per poi estrarre le casse in zinco e legno, poi squarciate e profanate, con l'obiettivo di arraffare i monili che i parenti delle persone estinte avevano voluto seppellire con i loro cari, lasciandole al loro interno.
FAMIGLIE SOTTO SHOCK
«Sono tutti sotto choc - aveva spiegato l'avvocato, Piergiorgio Bertoli, che sta seguendo la vicenda. - Hanno una particolare venerazione per i defunti: per loro oltraggiare i morti è una maledizione, nessuno avrebbe osato fare una cosa del genere. In Friuli non ci sono faide tra clan che possano giustificare una simile azione e la famiglia non ha motivo di temere ritorsioni, perché è ben integrata nel tessuto sociale cittadino».
Nei dintorni della cripta è stata rinvenuta anche una mascherina per il viso, che potrebbe non avere nulla a che fare con questa storia, ma che comunque sarà oggetto di analisi e repertazione, per capire se possa fornire elementi utili a risalire ai malviventi, soprattutto attraverso un eventuale esame del Dna.
EPISODIO SENZA PRECEDENTI
In attesa di risolvere il dilemma sulle riprese video, che in un'area come quella del cimitero probabilmente andrebbero potenziate, visti i precedenti furti e danneggiamenti, pure ai danni delle auto in sosta, ci si continua a interrogare sul colpo ordito, anche perché, episodi del genere, non si erano mai verificati in città, come ha fatto notare il consulente per la prevenzione del crimine, Edi Sanson, coinvolto dalla famiglia per cercare di capirne di più. Fa sorgere dei dubbi anche l'obiettivo scelto, l'unica tomba di etnia non italiana presente nel cimitero. Da capire, infine, se esista un elenco o un registro dei materiali che, al momento della sepoltura, vengono lasciati all'interno delle tombe, e dei quali magari qualcuno possa essere riuscito a venire in possesso, appurando quindi anche il valore dei gioielli contenuti nella bara.
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