Sono 9 le case di riposo colpite sulle 56 di tutta la provincia

Sabato 25 Aprile 2020
Sono 9 le case di riposo colpite sulle 56 di tutta la provincia
I FOCOLAI FRIULANI
UDINE Si stanno assestando a quota 46 i decessi da covid-19 registrati all'interno delle case di riposo della provincia di Udine, sono il 70% delle 67 vittime che il territorio ha pianto dall'inizio dell'emergenza e che ha portato prima i Nas e poi la magistratura ad approfondire eventuali negligenze o carenze gestionali. Complessivamente sulle 56 strutture presenti dalla montagna alla pianura, sia pubbliche che private, quelle colpite dal virus sono state al momento 9, con oltre 180 casi di contagi tra gli ospiti e circa un centinaio tra gli operatori.
GLI ULTIMI EPISODI
In ordine di tempo hanno iniziato a fare i conti con tamponi positivi le strutture di Tricesimo, Tarcento e prima ancora Cividale. Nel primo caso, alla Nobili De Pilosio che accoglie 80 anziani e impiega una sessantina di operatori, due gli ospiti risultati positivi al Covid-19. A Tarcento primo caso di ospite positivo nella casa di riposo Coianiz. Il test è stato eseguito a metà della scorsa settimana su una ospite di 90 anni asintomatica. A quel punto è scattato il protocollo che prevede il monitoraggio a tappeto di tutti i nonni e le nonne: il 90% degli esiti è stato negativo. Anche a Cividale, dove un solo ospite è stato contagiato e ora è ricoverato in ospedale, gli altri 228 ospiti risultano al momento negativi, così come i 208 operatori, salvo un solo caso asintomatico positivo.
SITUAZIONE STABILE
Il focolaio maggiore è stato Mortegliano, dove sono spirati 19 anziani sui 90 ospiti accolti alla Rovere Bianchi, con il picco di 42 contagiati tra le persone accolte e 23 operatori che li prestano servizio. A seguire c'è Paluzza in Carnia che ha contato già 12 vittime tra i 117 ospiti della Matteo Brunetti, con 62 anziani e 14 operatori risultati infetti dopo una serie di tamponi effettuati periodicamente. Notizie positive arrivano da San Giorgio di Nogaro alla Giovanni Chiabà, che ha pianto 8 vittime ma dove al 23 Aprile quattro degli ospiti ancora positivi hanno superato la malattia. «Dietro questo risultato straordinario esiste il grande lavoro svolto da tutto il personale per la cura con cui sono stati assistiti i nostri ospiti, siamo immensamente grati ad ognuno di loro ha dichiarato il presidente Ivan Franco - ci rasserena constatare che le misure adottate dalla direzione si siano rivelate adeguate ad evitare una maggiore diffusione del contagio interno alla struttura tuttavia ci dispiace moltissimo per tutte le vite che questo virus si è portato via e per il grande dolore provato da tutti i parenti e amici dei nostri ospiti che hanno sofferto la scomparsa dei loro cari. Attualmente permangono positivi ancora 2 operatori mentre resta solo una persona isolata nel reparto covid-19; ci auguriamo che possa presto raggiungere gli altri ospiti della nostra struttura».
Alla Muner De Giudici di Lovaria di Pradamano i decessi sono stati 5 su 85 ospiti accolti, dei quali 17 sono stati contagiati e con loro anche 9 dipendenti della struttura. Nei giorni scorsi anche l'Asp Scrosoppi di Tolmezzo ha registrato la prima vittima ma i tamponi effettuati sugli altri 166 ospiti e sugli oltre 100 operatori hanno portato a scoprire solo un altro soggetto positivo. A inizio aprile anche la rsa di Gemona aveva dovuto fare i conti con la morte di una ospite e tre contagi, poi tutti risolti con la guarigione.
L'EMERGENZA TRIESTE
«L'esplosione dei contagi nelle case di riposo triestine, dove su 900 tamponi 300 sono risultati positivi, rende quantomeno inopportuna una continua narrazione di meriti. La realtà secondo la consigliera regionale dei Cittadini, Simona Liguori è che in Fvg c'è stato un numero elevato di persone decedute e un alto livello di contagio tra le persone più fragili». Il tasso di letalità in regione è del 9% (256 morti su 2858 contagiati, dato riferito al 23 aprile), più alto del 7,1% del vicino Veneto dove il virus ha fatto 1206 morti su 16881 contagiati. Certo se il dato del Fvg lo paragoniamo alle zone (Lombardia, Emilia e Piemonte) dove si sono registrati i maggiori numeri di contagi, risulta essere positivo, ma sarebbe come paragonare i danni avuti a 400 chilometri di distanza con quelli provocati da un terremoto nella zona del suo epicentro. Da settimane - sostiene Liguori - facendoci tramite anche dell'opinione di tanti addetti ai lavori impegnati in prima linea che si sono sentiti soli, chiedevamo all'assessore Riccardi di intensificare la sorveglianza territoriale attiva e la presa in carico dei malati in isolamento domiciliare e nelle case di riposo attraverso un'organizzazione strutturata e stabile . È solo di questi giorni l'operatività delle organizzazioni che hanno le suddette funzioni, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca) volta al controllo puntuale di eventuali nuovi focolai e di presa in carico di ammalati che hanno segni e sintomi iniziali del Covid-19».
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