Socio assistenziale, salvati gli operatori senza il titolo

Sabato 17 Marzo 2018
IL SALVATAGGIO
PORDENONE «Con l'emendamento approvato dal Consiglio regionale alla legge omnibus, la Regione sostiene anche l'ultimo passaggio che porta al definitivo scioglimento del nodo per tutti quegli operatori, cosiddetti educatori senza titolo, che hanno un ruolo importante nei servizi sociali e socio-assistenziali».
Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau, in seguito all'approvazione del provvedimento e che in questi anni ha seguito questo tema «cercando di tamponare a livello regionale le carenze e la confusioni della normativa nazionale».
IL PROBLEMA
Un problema annoso: «Si tratta spiega Da Giau di oltre mille persone che rischiavano di essere espulse dal mondo del lavoro. Finalmente, con l'approvazione della legge di stabilità nazionale, nella quale è stato inglobato il testo della legge Iori, il governo ha messo una parola di chiarezza nella definizione della figura dell'educatore professionale socio-pedagogico e del pedagogista, individuando i percorsi formativi». «La norma prosegue la consigliera dem - ha stabilito anche i percorsi di qualifica, da svolgersi entro tre anni, per tutti coloro che già operano di fatto con le funzioni previste». Ed è proprio all'organizzazione dei necessari corsi intensivi di carattere universitario che sono stati destinati i 150 mila euro previsti dall'emendamento: «Questo consentirà a quanti decideranno di qualificarsi di poter disporre di docenti preparati, di un'organizzazione dei corsi compatibile con l'attività lavorativa e anche di un costo moderato». «Siamo felici conclude la consigliera pordenonese di poter chiudere la legislatura avendo fatto tutto ciò che ci spettava per poter aiutare questi lavoratori, che da tempo attendevano risposte certe».
LA SOLUZIONE
Il Consiglio regionale nel 2016 ha votato una legge dedicata agli operatori con funzioni socio-educative permettendo loro, secondo requisiti di anzianità e in base al loro titolo di studio, di restare ad operare fintanto che non fossero stati definiti in maniera più precisa i percorsi di riqualificazione per raggiungere il titolo. Il provvedimento prevedeva inoltre di cristallizzare questa situazione e in attesa della norma nazionale stabiliva che potevano essere assunti solo gli operatori con il titolo di educatore professionale o con diploma di laurea L19.
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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