Snaidero, firmato l'accordo sulla cassa fino a giugno 2019

Mercoledì 26 Settembre 2018
L'INTESA
MAJANO Dal 17 settembre 2018 al 16 giugno 2019: riguarda questi nove mesi l'accordo sulla cassa integrazione straordinaria raggiunto il 10 settembre dalle parti datoriali e sindacali alla Snaidero, il colosso della cucina con quartier generale a Majano che da maggio, dopo che il Cda della società aveva deliberato in tal senso a gennaio 2018, è partecipato a maggioranza dal fondo Idea corporate credit recovery II di Dea Capital.
L'accordo potrà riguardare una condizione applicabile fino ad un massimo di 401 persone, con una stima già compiuta di cento esuberi alla fine del periodo. Un nuovo fronte di crisi in un tessuto economico, quello regionale, che pare tornare a riprendersi dopo il freddo della grande crisi, anche se restano pieghe di fragilità? In realtà il clima attorno all'accordo Snaidero non parrebbe essere connotato da allarmismi, anche se i sindacati mantengono il massimo riserbo, riservandosi caso mai di esprimersi al riguardo in tempi successivi. A giugno del prossimo anno, quando finirà la cassa integrazione straordinaria, la prospettiva non dovrebbe essere comunque quella di una perdita secca del lavoro per 100 persone. Trenta di queste, infatti, nel frattempo avranno maturato i requisiti per la pensione e ad altri 30 potrebbero essere applicate le diverse misure possibili per il cosiddetto «scivolo» che porta alla quiescenza. La necessità di trovare un'altra prospettiva di lavoro, quindi riguarderebbe quaranta unità, i cui profili sarebbero già stati in via generale individuati. Un aspetto strategico, questo, per l'«accordo di ricollocazione» che è stato previsto nell'ambito dell'intesa siglata tra le parti ad inizio settembre.
Tale accordo, infatti, non prevede sussidi, ma individua le possibile azioni di politica attiva del lavoro che possono essere mobilitate affinché quel personale abbia la possibilità di ricollocarsi nel mondo lavorativo. Rientrano in queste prospettive i corsi di riqualificazione, ma potrebbe anche accadere che da qui a giugno i lavoratori interessati dalla prospettiva di esubero possano trovare utile collocazione proprio attraverso le occasioni che le politiche attive del lavoro mettono in luce, senza attendere la conclusione della cassa integrazione per cominciare a guardare altrove. Il nuovo scenario che si è aperto alla Snaidero fa seguito al cambio societario avvenuto quest'anno (l'annuncio congiunto il 18 maggio 2018), con l'ingresso del fondo Idea Corporate credit recovery II e la definizione degli obiettivi per rilanciare il gruppo. A luglio, infatti, è entrato in campo il nuovo Consiglio di amministrazione, con Massimo Manelli amministratore delegato, Edi Snaidero presidente. È l'epilogo di un processo di ristrutturazione cominciato diversi anni fa, nel 2013, e avviato in un quadro tale da spingere alla ricerca di un partner. L'operazione conclusasi con il fondo del gruppo De Agostini non ha comunque lasciato fuori dal campo la famiglia del fondatore, Rino Snaidero, che aveva avviato la produzione di cucine nel cuore del Friuli oltre 70 anni fa. Lo dimostra il fatto che uno dei figli di Rino, Edi Snaidero che ha guidato il marchio in seconda generazione, ha assunto la presidenza del Consiglio d'amministrazione della società in cui Idea Ccr detiene la maggioranza.
«Il nostro obiettivo è di crescere ulteriormente come Gruppo nel mondo dell'arredamento nazionale ed internazionale grazie ad un'ulteriore valorizzazione del nostro storico brand», disse a maggio Snaidero. «Desideriamo rilanciare un marchio del made in Italy che riteniamo abbia un grande potenziale. L'operazione prevede l'immissione di 13 milioni di euro», assicurò da parte sua il managing director del Fondo Idea Ccr II e attuale amministratore delegato Manelli.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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