Smaltimento abusivo di rifiuti, al via il processo

Sabato 24 Febbraio 2018
IL PROCESSO
MOGLIANO Tonnellate di rifiuti residui di demolizioni, raccolte in aziende delle province di Treviso, Venezia, Padova e Udine portate al trattamento prive della regolare documentazione. È smaltimento abusivo di rifiuti l'ipotesi di reato formulata dalla Procura di Treviso nei confronti di 29 persone, tutti titolari e componenti dei cda di 16 imprese tra cui la Italscavi Srl di Mogliano Veneto, che si occupava della raccolta e dello smaltimento e che avrebbe dovuto predisporre la documentazione con la descrizione del tipo di materiale e i risultati delle analisi. Invece, in violazione della normativa, veniva predisposta una autocertificazione sostitutiva. L'irregolarità è stata individuata durante verifiche a campione del Comando per la tutela forestale dei Carabinieri, che avrebbe rilevato decine di violazioni in un periodo di svariati mesi a cavallo tra il 2014 e il 2015. Risultanze che hanno portato all'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Treviso, che dopo le indagini ha chiesto i 29 rinvii a giudizio. Il processo iniziato ieri e rinviato al 25 luglio vede alla sbarra, oltre ai titolari di Italscavi, i rappresentanti legali delle 15 imprese che si servivano dell'azienda moglianese per lo smaltimento. Si tratta delle trevigiane Sartorato di Casale sul Sile, Costruzioni Generali Basso di Paese, Pozzebon Gianni di Morgano, Vendramin Giovanni di Mogliano e della Zorzi Ivan di Zero Branco, oltre alle veneziane Basso Mauro di Scorzè, C&Z snc di San Donà, Società Casa Più di Marcon, della ditta individuale Pesce Fabio di Scorzè, la Costruzioni Bioedili di Dolo, la Viale Luigino di Martellago e la Tronchin srl di Mirano. A rispondere del reato di smaltimento abusivo ci sono anche i manager e i legali rappresentanti della Adriacos di Latisana e delle due ditte padovane Costruzioni Casarin snc e Renova srl. Per le difese, che sottolineano come anche la Procura escluda dubbi sulla reale natura dei carichi trasportati dalla Italscavi, si tratterebbe di una svista in cui le 16 aziende sarebbero cadute da una non corretta comprensione della normativa.
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