SETTORE IN GINOCCHIO
PORDENONE E UDINE La promessa, pur in tempi densi di incertezza

Mercoledì 20 Gennaio 2021
SETTORE IN GINOCCHIO
PORDENONE E UDINE La promessa, pur in tempi densi di incertezza come quelli di una pandemia, è forte: «Uno studio del nostro servizio sanitario ce lo conferma: quando noi riusciremo a vaccinare ultrasettantenni e persone con più patologie, allora avremo ottenuto l'obiettivo di abbassare drasticamente la pressione sugli ospedali. Con consegne regolari, potremo finire questo lavoro in due mesi. Così potranno ripartire attività come lo sport». Parole di Massimiliano Fedriga. Il presidente della Regione le ha pronunciate ieri di fronte a presidenti di squadre di calcio (c'era anche Mauro Lovisa del Pordenone), di basket, volley e tanti altri sport. L'occasione è stata la presentazione ufficiale del nuovo sistema di sanificazione che farà parte del PalaCrisafulli di Pordenone.
IL MESSAGGIO
Lo sport, che per molti non è solo passatempo. Ma lavoro, oggi fermo. «La pandemia morde, rischiamo di perdere i giovani. Le iscrizioni alle società sportive sono in calo, speriamo di poter ripartire con i protocolli», è il quadro lancinante di Giorgio Brandolin, presidente del Coni Fvg. Proprio per questo Fedriga a Pordenone ha spiegato come «classificare lo sport come tempo libero sia un concetto profondamente sbagliato. Dietro a corse e salti c'è gente che porta a casa da mangiare grazie a questo mondo, che ora è falcidiato. Primo, servono ristori veri: ho saputo di una palestra che da ottobre ha ricevuto 1.500 euro. È ridicolo, una presa in giro. Secondo, ci sono attività, anche individuali, che possono essere svolte a più di due metri di distanza. In quel caso bisognerebbe ripartire subito, perché non sono un rischio. Non si deve chiudere solamente in base al codice Ateco: poteva essere spiegabile a marzo, quando non sapevamo nulla, ma non adesso». L'assessore regionale allo Sport Gibelli ha ricordato anche i 4 milioni stanziati dalla Regione per il mondo dello sport, fondi gestiti poi direttamente dal Coni. «E ci siamo impegnati anche sul fronte della sanificazione delle palestre», ha aggiunto. «Lo sport è particolarmente colpito in questo momento e non deve assolutamente essere lasciato solo, magari perché abituato, nel senso migliore del termine, ad arrangiarsi», ha spiegato invece il sindaco Alessandro Ciriani.
LA TECNOLOGIA
Da ieri il PalaCrisafulli di Pordenone - seppur ancora forzatamente vuoto, tranne che per gli agonisti - è più difeso dal contagio. Grazie a un investimento regionale, infatti, ora il palasport può contare su un sistema di purificazione dell'aria che non dovrebbe tralasciare nemmeno la minima particella. Lo strumento si chiama Monolite ed è una torretta che potrebbe sembrare simile a una normale stufetta da bagno. In realtà promette miracoli. Il funzionamento è stato spiegato dal presidente della Fip locale, Titta Peresson. I due macchinari - uno grande e uno piccolo - permettono di riciclare e purificare grazie a dei filtri elettrostatici che intrappolano e uccidono virus, spore e batteri, circa 5.100 metri cubi d'aria ogni ora. Al Palasport niente è lasciato al caso. Anche i fischietti al banco degli arbitri, ad esempio, sono sostituiti con dei dispositivi elettrici che imitano il classico suono. Il tutto per evitare la dispersione di goccioline nebulizzate di saliva, spesso responsabili del contagio. «L'aria - ha spiegato Peresson - esce trenta volte più pulita grazie a questa tecnologia». «Tutti investimenti che serviranno anche in futuro - ha concluso Fedriga -, anzi in un futuro vicino a noi». Un ritorno alla promessa iniziale, che agli sportivi presenti ieri ha strappato applausi. Rispettarla, invece, sarà tutta un'altra partita.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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