Scuola, vertice a regime in due mesi

Lunedì 21 Gennaio 2019
Scuola, vertice a regime in due mesi
L'ANALISI
UDINE Ci potrebbero volere ancora «due mesi», considera il senatore leghista e presidente della commissione Cultura e istruzione del Senato Mario Pittoni, prima che l'Ufficio scolastico regionale ritorni a tutti gli effetti di primo livello, superando il declassamento subito nel 2013. Tuttavia, l'esponente della Lega già intravvede le positività che la promozione, ottenuta con la legge di Bilancio nazionale, potrà portare al sistema scolastico del Friuli Venezia Giulia. «Il direttore di un Ufficio di primo livello potrà sedere direttamente insieme ai suoi pari al tavolo ministeriale per chiedere le risorse umane ed economiche che sono necessarie per far funzionare adeguatamente il sistema», spiega il senatore, evidenziando la prima, fondamentale e strategica risultanza del ripristino dello status di cui l'Ufficio scolastico regionale aveva goduto prima che su di esso si abbattesse la spending review messa in atto dal Governo centrale.
Avere più risorse potrà significare ridare nuova vita ai presidi provinciali dell'Ufficio scolastico, ora ridotti «di fatto a scatole vuote per le non sostituzioni dei pensionamenti», e consentirà una gestione più efficace di un sistema regionale che Pittoni continua a definire «complesso», anche per «la presenza di tre minoranze linguistiche». Per completare la riabilitazione avviata con la legge di Bilancio, occorre attendere un nuovo interpello, dopo quello che ha portato nei giorni scorsi all'insediamento del nuovo direttore dell'Ufficio, Patrizia Pavatti. Sarà per un dirigente che abbia il curriculum in linea per guidare un Ufficio di primo livello, requisiti che per altro la neo insediata Pavatti possiede. Non è quindi peregrina l'ipotesi che sia proprio lei a succedere a se stessa e a prendere le redini dell'Ufficio nuova versione. L'evoluzione del sistema scolastico regionale, però, pare destinata a non fermarsi qui, dopo il tavolo tecnico attivato dalla Regione con il ministero competente per la sua regionalizzazione.
Sul tema Pittoni invita a guardare con interesse «ciò che accadrà nelle tre Regioni che hanno avviato con il Governo il percorso per l'autonomia, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Più riusciranno ad ottenere loro considera Pittoni -, più potrà chiedere il Friuli Venezia Giulia». Resta però remota la possibilità che in capo alla Regione vi sia un trasferimento complessivo del sistema dell'istruzione, insegnanti compresi. «Sarebbe necessario poter disporre di un miliardo», quantifica Pittoni, evidenziando l'importanza della cifra. Più realistico «giungere alla gestione regionale dell'Ufficio scolastico, con un costo di qualche milione», da coprire ovviamente previa trattativa finanziaria con lo Stato.
Affrontando poi alcuni dei problemi annosi che riguardano la scuola, dalla mancanza di dirigenti alla diffusa precarietà, Pittoni ribadisce il suo obiettivo «di giungere a una regionalizzazione del concorso per dirigenti eliminando il criterio dell'idoneità per introdurre invece quello dello scorrimento».
Ciò significa che - dopo che sarà completato l'attuale concorso per il quale il decreto Semplificazione in discussione al Senato «sta predisponendo un intervento atto a mandare in postazione i vincitori già nel 2019, accelerando quindi i tempi previsti all'inizio» - con i prossimi concorsi «l'accesso al posto, scelta la Regione in cui sostenere il concorso, dovrebbe dipendere dalla posizione in lista, sulla base del punteggio acquisito in un confronto alla pari con gli altri iscritti nella regione. Se servono 50 dirigenti, si prenderanno i primi 50, se ne servono 100, si collocheranno i primi cento, senza più i vuoti attuali», puntualizza il senatore. Sta poi per arrivare «una raffica di concorsi», assicura Pittoni, in attuazione del decreto Dignità, che «daranno l'abilitazione, se superati».
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