Schiaffeggiata anche l'8 marzo, trova il coraggio di denunciare

Giovedì 22 Marzo 2018
IL CASO
UDINE La prende a schiaffi quando ha in braccio la loro figlia di appena un anno di età: lei teme per la sua vita e trova il coraggio di denunciarlo. Emerge allora che subiva maltrattamenti da oltre un anno.
Tutto succede in un comune alle porte di Udine, nella giornata della festa della donna, l'8 marzo scorso.
È arrivato l'orario in cui la bambina deve passare un po' di tempo con il papà. La storia d'amore tra i suoi genitori, infatti, è naufragata da mesi, proprio appena dopo la sua nascita; la giovane mamma non riesce più a sopportare il carattere violento e irruento del marito. Così i genitori si sono accordati per l'affidamento e per le giornate di visita alla figlia. Quella sera, però, la piccola inizia a fare i capricci: non vuole staccarsi dal braccio della mamma che la sta consolando. Il papà, allora, un cittadino romeno di ventinove anni, comincia a innervosirsi e accusa la sua ex di istigare la bambina perché non vada da lui. La donna non lo sta ad ascoltare; gli chiede di abbassare la voce perché con le sue urla, non fa altro che spaventare ulteriormente la piccola. Lui non ci sente e continua a gridare: vuole la bambina con sé.
IL TERRORE
La piccola, terrorizzata, si rannicchia ancora di più nell'abbraccio della mamma per cercare riparo. Il padre perde il controllo e comincia a prendere a schiaffi la ragazza di cui un anno prima si era follemente innamorato e che ora è la madre di sua figlia. La donna si fa coraggio, si allontana da lui, stringendo forte al suo petto la figlia, e chiama i carabinieri. Sul posto arriva immediatamente una pattuglia della stazione di Campoformido, comandata dal maresciallo maggiore Giovanni Sergi. I militari dell'Arma prima soccorrono la ragazza in pronto soccorso e poi la accompagnano con la figlia in caserma.
IN CASERMA
All'interno delle sicure mura della stazione dei carabinieri, la ragazza trova il coraggio di raccontare tutto il suo dramma, iniziato oltre un anno prima. Subito dopo la nascita della loro figlia, infatti, quell'uomo che diceva di amarla è diventato particolarmente violento: continui i maltrattamenti e le umiliazioni che ha subito; in una occasione l'ha anche minacciata con un coltello. Ora, però, non ce la fa più a sopportare le vessazioni e le botte, e deve proteggere anche sua figlia piccola. Nei giorni successivi, i militari dell'Arma hanno eseguito una perquisizione durante la quale hanno ritrovato il coltello che la ragazza aveva minuziosamente descritto. A seguito della denuncia sporta dalla giovane madre, il Gip del tribunale di Udine ha emesso un divieto di avvicinamento che nella giornata di martedì, i carabinieri di Campoformido hanno notificato al romeno che, nel frattempo, è finito in carcere. Il ventinovenne, infatti, sottoposto alla misura alternativa dell'affidamento in prova, a seguito della denuncia per i maltrattamenti in famiglia e per le percosse alla ex compagna, è decaduto dai benefici: per lui si sono riaperte di nuovo le porte del carcere di Udine.
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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