Sappada non molla: «Addio al Veneto»

Giovedì 26 Ottobre 2017
Sappada non molla: «Addio al Veneto»
L'ODISSEA
UDINE Giorni da fiato sospeso per Sappada: oggi in prima Commissione Affari costituzionali della Camera, infatti, continuerà la discussione sul disegno di legge per il passaggio dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, un testo che ha già avuto il via libera del Senato il 21 settembre scorso e ora attende il voto definitivo dell'aula di Palazzo Montecitorio.
I TEMPI
Ieri è cominciato il procedimento con l'inizio della discussione in Commissione e le aspettative sono perché tutto proceda speditamente. Tuttavia, gli occhi sono puntati sulla tempistica che il presidente della Commissione darà per la presentazione degli emendamenti. In casa Dem, infatti, vi sarebbe stato un tentativo di richiesta di tempi consoni a ulteriori indagini di approfondimento. Una mossa che, se passasse, potrebbe mettere seriamente a rischio il prosieguo dell'iter, data l'imminente fine della legislatura. Negli ambienti favorevoli alla norma, però, si richiama quanto detto dal capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, giorni addietro, ovvero la possibilità che la legge sia calendarizzato per il voto in Aula tra il 6 e il 9 novembre.
Se in Commissione Affari costituzionali oggi non ci saranno soprese, allora a inizio novembre Sappada avrebbe davvero in mano gli strumenti legislativi per diventare friulana, anche se prima del voto in Aula ci dovrà essere un passaggio in Commissione Bilancio.
CONFERME
Se il 2017 fosse l'anno buono, sarebbero trascorsi dieci anni da quel luglio in cui il Consiglio comunale del centro dolomitico diede il via libera al referendum consultivo. Un cammino lungo che potrebbe arrivare a conclusione proprio nel tempo in cui il Veneto si presenta al Governo per chiedere maggiore autonomia con la forza di una consultazione popolare (il referendum del 22 ottobre scorso), che ha portato alle urne oltre il 50% degli aventi diritto.
Potrebbe essere, dunque, che ora Sappada ci ripensi, sperando di poter avere nel Veneto più autonomo l'attenzione che si è decisa a cercare in Friuli Venezia Giulia? «Noi non abbiamo giocato, siamo arrivati qui a seguito di un iter molto preciso. Quindi non c'è ripensamento», risponde deciso il sindaco di Sappada, Manuel Piller Hoffer. Perciò lo sguardo continua a essere rivolto alla regione confinante, anche se lo stesso primo cittadino non nasconde che negli ultimi tempi «i contrari si sono un po' rafforzati, soprattutto perché con l'avvicinarsi del traguardo possono essere sorti dei dubbi su ciò che comporta questo trasferimento».
Tuttavia, sottolinea Piller Hoffer, «ciò che fa veramente testo è il referendum svolto nel 2008, il quale ha avuto una larghissima partecipazione e il sì al passaggio ha vinto in modo quasi plebiscitario. Come amministratore ho quel riferimento oggettivo, non altri».
CASO NAZIONALE
Sappada, per altro, ormai è diventato un caso italiano, «come dimostrano le telefonate di organi di informazione nazionali che ricevo abitualmente», conferma Piller Hoffer. «Probabilmente il nostro referendum è stato sottovalutato nella sua portata considera - e non escludo che anche le istituzioni regionali esprimendosi a favore della nostra volontà abbiano pensato che ci avrebbe fermati Roma. Se però il referendum è uno strumento democratico, noi ora abbiamo il diritto di ricevere una risposta dal Parlamento». Se poi, prosegue Piller Hoffer, «si volesse prendere in considerazione la ventina di referendum per il cambio di Regione che sono maturati negli anni in provincia di Belluno, forse si potrebbe vedere il segnale di malessere di una zona montana stretta tra due autonomie speciali». Ora comunque l'interesse è tutto per i segnali che giungeranno oggi dalla Commissione Affari costituzionali e dalle decisioni che saranno prese nella riunione dei capigruppo di Montecitorio.
Antonella Lanfrit
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