Sanità, Regione troppo spendacciona nuova indagine della Corte dei conti

Mercoledì 26 Giugno 2019
Sanità, Regione troppo spendacciona nuova indagine della Corte dei conti
IL RAPPORTO
TRIESTE Non passa indenne l'esame della Corte dei conti la Sanità regionale, rea nelle evidenze contabili consolidate (2017) di una serie di rilievi, ma soprattutto di non aver messo in campo adeguate misure di contenimento della spesa così come previsto da specifiche norme nazionali e, in parte, regionali. Tanto che occorreranno nuovi approfondimenti ora annunciati dalla magistratura contabile.
La spesa sanitaria giova sempre ricordarlo ricade direttamente sul bilancio della Regione Friuli Venezia Giulia, uscita 22 anni or sono dal Servizio sanitario nazionale per procedere ad una completa autogestione finanziaria del proprio sistema sanitario ad un corso che da anni supera i 2,3 miliardi di euro e va a rappresentare, pertanto, una metà dell'esborso iscritto a bilancio del Fvg.
LE VERIFICHE
Questo e altro si legge nel corposo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica regionale per il 2018 redatto dalla Sezione di controllo della Corte dei conti.
Il documento si articola in due sezioni, la prima delle quali riguarda proprio la Sanità ed è stata curata dal consigliere Daniele Bertuzzi. Con una massiccia dovizia di tabelle elaborate dagli uffici della Corte, vengono poste in evidenza diverse criticità ma anche una premessa positiva: la sostanziale convergenza fra i dati trasmessi al Ministero della Salute e quanto stabilito negli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale.
Le principali note dolenti provengono dalle due Aziende integrate ospedaliero-universitarie di Udine e Trieste. Sul piano regionale, si è evidenziato un rilevante aumento rispetto all'anno 2016 sia della posta di finanziamento costituita dai contributi in conto esercizio (+2,89%) che del totale dei costi della produzione (+2,57%). Peraltro l'aumento dei costi della produzione evidenziato nel 2017, sommandosi a quello già registrato nel 2016, porta ad un valore percentuale di incremento per tale posta nel 2017 pari a più 15% rispetto al valore registrato nel 2015, annota la Corte dei conti. Positivamente, invece, va rilevato l'incremento tra le poste dello Stato patrimoniale della voce finanziamenti da Regione per investimenti (più 6,68% nel 2017 rispetto al 2016 e più 12,47% rispetto al 2015).
AZIENDE IN PERDITA
Il fatto è che, come abbiamo accennato, il negativo trend di crescita dei costi della produzione porta a registrare per il consolidato Sistema sanitario regionale una complessiva perdita a bilancio nell'esercizio 2017 pari a circa 14,7 milioni di euro, attribuibile sostanzialmente per la totalità ai negativi risultati di gestione conseguiti dalle due Aziende sanitarie universitarie integrate. Queste hanno rivelato a Udine una perdita a bilancio pari a circa 6,1 milioni di euro e a Trieste un valore più che doppio: 12,3 milioni.
«SCARSO RIGORE»
Ma di chi è la colpa? La Corte lo spiega: Dalle informazioni trasmesse dalla Regione annotano i magistrati - si evidenzia un quadro di adeguamento in sede regionale agli indirizzi nazionali di contenimento dei costi significativamente di minor rigore rispetto a quello previsto dalle norme nazionali, con un'applicazione regionale contraddistinta da numerosissime deroghe.
Non solo: Fermo restando il sostanzialmente generalizzato mancato adeguamento delle misure di contenimento disposte in ambito nazionale da parte degli enti sanitari regionali incalza la Sezione di controllo della Corte - corre l'obbligo di evidenziare come, anche in rapporto al meno rigoroso quadro di obblighi di contenimento disegnato dalle direttive regionali nel Friuli Venezia Giulia, risultino numerosissimi casi di mancato adeguamento agli obblighi di contenimento dei costi di produzione da parte degli enti del Sistema sanitario regionale. Ecco dunque che un tal genere di condizione appare meritevole per la sua complessità di un approfondimento di analisi da operarsi in una sede successiva di controllo.
ALTRI RILIEVI
La Corte segnala la mancata inclusione dell'Ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi (Egas) nell'area di consolidamento, ma anche la mancata applicazione da parte dell'Amministrazione regionale dell'obbligo di evidenziare separatamente la gestione di fondi sanitari per mezzo dello strumento della Gestione sanitaria accentrata regionale.
Quanto al primo nodo, la situazione sarà del tutto superata in forza della riforma varata nel dicembre scorso con la legge regionale 27 di riforma degli assetti del Servizio sanitario regionale. Tale legge, infatti, sostituisce l'Egas con l'Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), che viene fatta rientrare nel perimetro del bilancio consolidato della Sanità Fvg. Invece quanto alla mancata costituzione dello strumento gestionale regionale (previsto dal livello normativo nazionale con il decreto legislativo previsto, 118 del 2011), denominato Gestione sanitaria accentrata, la Corte dei conti osserva che la stessa legge regionale 27 del 2018 ne ha previsto la futura costituzione, ma con tempistiche ancora da definire.
DEBITI E CREDITI
Un ulteriore aspetto di problematicità evidenziato dai magistrati contabili si riconduce alla condizione dei debiti e dei crediti fra la Regione Fvg e il suo Servizio sanitario: Un profilo di potenziale irregolarità delle procedure di consolidamento regionale delle evidenze contabili apparentemente non in via di risoluzione sottolinea la Corte - si evidenzia in relazione alla corretta valorizzazione delle reciproche poste debitorie e creditorie in essere tra enti sanitari pubblici regionali e Regione.
Una questione sulla quale la Corte sembra sollecitare, dopo anni di inesattezze, una correzione di rotta definitiva.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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