SALUTE
UDINE «Il grado di normalità nei servizi sanitari aumenterà

Martedì 26 Maggio 2020
SALUTE
UDINE «Il grado di normalità nei servizi sanitari aumenterà in rapporto alla stabilizzazione dell'epidemia che, ricordiamocelo, c'è ancora». L'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, puntualizza così il principio che sta guidando e guiderà la riconversione delle forze e delle strutture in sanità dopo l'emergenza sanitaria generata dal virus Covid-19. «Stiamo mettendo a punto i criteri che guideranno modi e tempi del processo di normalizzazione, che sarà dettagliato attraverso gli Atti aziendali delle diverse realtà», prosegue l'assessore e vice presidente della Regione «Delineiamo la riprogrammazione entro fine mese», specifica.
IL CRONOPROGRAMMA
Prevede già oggi l'incontro con i referenti dei poli sanitari di Cividale, Palmanova e Lignano. Domani l'incontro sarà con le realtà di Pordenone, San Vito, Sacile e Spilimbergo. Quindi Trieste e Gorizia. Poi si procederà con le altre realtà dell'Azienda Friuli Centrale che, ammette, «è la più complessa».
Gli appuntamenti e gli atti aziendali «stabiliranno in che modo e con che tempi si attuerà la normalizzazione, ovvero i criteri che guideranno il processo», avverte l'assessore, ricordando quale resta il primo obiettivo di tutto il sistema: «Dobbiamo garantire condizioni di sicurezza a tutti e in ogni contesto», un assunto che inevitabilmente ha conseguenze.
RITMI RALLENTATI
Riccardi ne specifica uno per tutti: «In epoca pre Covid il pronto soccorso e i punti di primo intervento negli ospedali avevano un percorso unico, ora devono avere percorsi separati». Tra una visita ambulatoriale e l'altra, altro esempio, occorre mettere in conto i tempi di sanificazione degli ambienti e, di conseguenza, i ritmi non possono essere ancora quelli pre pandemia.
SISTEMA ELASTICO
«Immaginiamo il sistema sanitario come un elastico aggiunge - più si stabilizza l'epidemia e più può procedere la riprogrammazione», che significa anche riconversione delle forze in campo.
«Per affrontare il picco dell'epidemia il sistema ospedaliero è stato organizzato in un certo modo inquadra l'assessore - Dobbiamo mantenere pronto il sistema a rispondere adeguatamente nel caso di recrudescenza dell'epidemia. Allo stesso tempo, occorre riattivare la macchina che in alcune parti era stata sospesa, fatto salvo che le emergenze le abbiamo sempre garantite». È tra questi due poli che si scriverà, dunque, già da questa settimana e nel corso dell'estate la nuova pagina della sanità regionale, con una gradualità che fa obbligatoriamente il paio con la flessibilità che il sistema deve mantenere.
RILIEVI STATALI SU SANITÀ
C'è materia sanitaria anche nella legge Omnibus che arriverà in Consiglio regionale ai primi di giugno e ieri la III Commissione l'ha approvata a maggioranza, con voti favorevoli trasversali, astenuti e nessun contrario. Si tratta degli articoli compresi tra il 72 e l'80 e riguardano interventi sulla legge del 2019 riguardante la riforma del sistema sanitario, al fine di rispondere ai rilievi fatti dallo Stato. In particolare, dall'articolo 72 al 77 sono state previste, per quanto riguarda la legge regionale 22/2019 Riorganizzazione dei livelli di assistenza, interventi per risolvere dubbi interpretativi, dare certezza del rispetto delle norme nazionali e di non voler prevedere fattispecie o tempistiche differenti da quelle stabilite a livello nazionale. Due di questi interventi riguardano materie che la consigliera di opposizione Mariagrazia Santoro (Dem) ha affermato «essere state identificate come qualificanti della riforma sanitaria regionale, invece si è dovuto intervenire con correzioni, perciò in realtà non si tratta di un mero adeguamento ha politicamente punzecchiato la maggioranza, ma di un passo indietro».
Uno di questi riguardava, sostanzialmente, la possibilità di rimodulare, al ribasso anche se non esplicitamente previsto, il rapporto tra medici di base e pazienti. Cioè di ridurre il numero di pazienti afferenti a uno stesso medico, nella prospettiva di un miglioramento del servizio, agendo nel perimetro degli accordi integrativi regionali con la categoria. Su questo punto la Regione ha dovuto precisare che ogni azione deve comunque svolgersi nel rispetto dell'accordo collettivo nazionale di settore. Finché, quindi, non sarà data la possibilità di rimodulazione a livello nazionale, non potrà agire neppure la Regione.
MEDICI IN PENSIONE
Il secondo aspetto riguarda invece la previsione di poter richiamare in corsia i medici in pensione. Una possibilità che ora è prevista dal quadro legislativo nazionale e che la Regione ha dovuto richiamare nel suo provvedimento, per legittimarla. «La Regione non ha competenza primaria in materia sanitaria rispetto allo Stato, ma solo una competenza concorrente per l'aspetto organizzativo», ha affermato in premessa l'assessore Riccardi, ribattendo a Santoro che comunque «i pilastri della riforma sono rimasti intatti». L'articolo 78 esplicita, sempre in riferimento alla legge regionale 22/2019, le violazioni delle disposizioni per l'autorizzazione delle attività sanitarie e sociosanitarie, alle quali conseguono determinate sanzioni amministrative. L'articolo 80, infine, interviene sulla legge regionale 6/2006 ed esclude il riconoscimento di compensi o gettoni ai componenti pubblici della Commissione regionale per le politiche sociali.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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