Safilo, nuovo faccia a faccia per cercare una soluzione

Venerdì 17 Gennaio 2020
Safilo, nuovo faccia a faccia per cercare una soluzione
LA CRISI
UDINE Il Gruppo Safilo «chiederà un incontro urgente per la prossima settimana alle segreterie delle rappresentanze sindacali nazionali, regionali e provinciali al fine di ulteriormente provare ad addivenire a una positiva definizione della trattativa, prima di procedere alla procedura di mobilità, già rimandata, dal momento che era prevista per il 7 gennaio». È la nota che l'azienda ha diffuso ieri sera a seguito del tavolo che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del ministro Stefano Patuanelli, per trovare una via d'uscita alternativa al piano industriale del Gruppo che il 10 dicembre scorso ha previsto la chiusura dello stabilimento produttivo di Martignacco con il licenziamento dei 235 lavoratori. Un'azione di razionalizzazione che s'aggiunge ad interventi in altri due stabilimenti a Padova e Longarone -, per complessivi 700 esuberi. Il Gruppo Safilo, che nel corso dell'incontro e nella nota serale ha ripercorso i motivi all'origine della scelta industriale confermando le sue posizioni, ha così risposto all'invito del ministro, il triestino pentastellato Patuanelli, a «non procedere ad azioni unilaterali nei confronti dei lavoratori e avviare un confronto con le parti sociali per discutere i dettagli del piano industriale». Dopodiché, ha aggiunto il ministro «sarà possibile individuare tutti gli strumenti a disposizione di Ministero e Regione per sopportare il rilancio produttivo dell'azienda, puntando anche sugli investimenti in campo tecnologico e digitale». Presenti all'incontro, oltre all'azienda e alle rappresentanze sindacali con i segretari regionali e nazionali di categoria, anche la Regione Fvg con l'assessore alle Attività produttive, Sergio Bini.
LA REGIONE
La Regione, ha detto l'assessore, «è al fianco dei lavoratori di Safilo e condivide, al fine di garantire la maggior tutela delle persone assunte nello stabilimento di Martignacco, la richiesta delle organizzazioni sindacali di fare ricorso ai contratti di solidarietà in luogo della Cigs, la cassa integrazione straordinaria, proposta dalla proprietà», ha affermato ieri Bini intervenendo al ministero. L'obiettivo è dunque quello di scongiurare decisioni unilaterali, in un momento in cui «Il Friuli Venezia Giulia sta vivendo un dramma - ha sottolineato Bini - che richiede strategie definite collegialmente, figlie di un percorso di condivisione con le istituzioni e, soprattutto, con le parti sociali». Ora i sindacati attendono il nuovo faccia a faccia con l'azienda, rinfrancati dal passaggio romano in cui «il ministro ha richiamato il ruolo del Ministero dello Sviluppo economico, dove si discute di possibili business plan e non di ammortizzatori sociali», ha detto il segretario regionale della Filctem Cgil, Andrea Modotto. Se non fiducioso, comunque attendista - «aspettiamo la convocazione» - anche il segretario della Femca Cisl Udine, Pasquale Lombardo. «L'obiettivo finale ha detto il ministro dovrà essere un piano industriale che non si basi solo sulla razionalizzazione dei costi, ma abbia una prospettiva di sviluppo in grado di salvaguardare i siti produttivi e i lavoratori».
Antonella Lanfrit
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