Rotta balcanica, flussi sempre più ingestibili

Giovedì 6 Agosto 2020
IL PROBLEMA
UDINE «La situazione dell'arrivo dei migranti, che giungono al ritmo di quasi mille al mese da maggio su una popolazione di un milione e 200 mila, è ingestibile». Lo ha detto chiaramente Massimiliano Fedriga ieri in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
«Non siamo più in grado di gestire nemmeno i 50 irregolari arrivati oggi (ieri, ndr) ha specificato - non sono più disponibili strutture dove trascorrere la quarantena, non abbiamo capacità per accogliere altri migranti». Fedriga ha insisto sulla necessità di chiudere i valichi, visto anche i buoni rapporti con il «nuovo governo della Slovenia, Paese democratico, dove tutti i diritti vengono rispettati». In merito all'ipotesi di rinforzi con uomini dell'Esercito da dispiegare lungo il confine, Fedriga ha espresso scetticismo sostenendo che per un efficace controllo «occorrerebbero da 600 a 700 uomini, più i vari servizi collegati». Infine, Fedriga ha segnalato che «in proporzione alla popolazione, il numero dei contagi in Serbia è superiore di dieci volte ai dati italiani; in Bosnia il numero è di venti volte rispetto all'Italia. Non capisco perché non si possa con fermezza fermare l'ingresso di irregolari - ha concluso e non ipotizziamo nuovi centri di accoglienza in Friuli Venezia Giulia, non siamo in grado di gestirli. Il sistema sanitario dovrebbe provvedere per garantire la sicurezza sanitaria ed è già troppo sotto stress per il Covid-19. Non siamo disponibili, per quanto ci compete, a fare piani per allargare l'accoglienza di migranti arrivati irregolarmente. Il nostro confine si può e si deve presidiare, non c'è pericolo umanitario né rischio di vita».
LA RISPOSTA DA ROMA
Il Comitato parlamentare effettuerà una missione in regione per verificare la situazione del fenomeno migratorio. Ad annunciato il presidente del Comitato Schengen', il leghista Eugenio Zoffili, mentre il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà ha specificato che la situazione dei migranti è attentamente seguita, «in regione sono stati inviati di recente 270 militari nell'ambito dell'operazione Strade sicure e 47 unità delle forze di polizia, alle quali si aggiungono altro 50 unità arrivate a Udine». Infine, il ministro ha ricordato che la titolare del dicastero per l'Interno Luciana Lamorgese ha confermato l'arrivo di ulteriori rinforzi.
NUOVI RINTRACCI
Nel frattempo, dalla scorsa notte i Carabinieri del Comando provinciale di Udine hanno rintracciato 31 migranti, entrati clandestinamente in Italia lungo la cosiddetta rotta balcanica', tra San Giovanni al Natisone, Pradamano e Cividale del Friuli. I migranti, irregolari, provengono da vari Paesi: 27 dal Bangladesh e 4 dal Pakistan. Sono in prevalenza giovani adulti, ma tra di loro ci sono anche 5 minorenni. Al termine delle operazioni di identificazione, gli stranieri saranno accompagnati nel seminario arcivescovile di Pagnacco per trascorrere la quarantena imposta dalle misure anti Covid-19. Successivamente nella mattinata altri 20 migranti sono stati rintracciati sempre nell'hinterland udinese.
MANIFESTAZIONE PRO MIGRANTI
Una manifestazione pubblica per ribadire che il migrante non equivale a untore, che i richiedenti asilo hanno diritto a trascorrere i 15 giorni di quarantena in luoghi idonei e non stipati in un'ala dell'ex caserma Cavarzerani chiusa per Covid-19, è stata annunciata ieri mattina al centro Balducci di Zuliano, da don Pierluigi Di Piazza, da Guglielmo Pitzalis, della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni e da Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione, al termine di una conferenza stampa convocata per approfondire la situazione dell'accoglienza in questo particolare momento di epidemia. «Negli ultimi mesi - ha chiarito Pitzalis - sono stati appena 3 i richiedenti asilo positivi al virus, più un quarto risultato positivo a fine quarantena. Si tratta di numeri del tutto irrilevanti, la scelta di confinare i richiedenti asilo in quarantena in un'ala della caserma, anziché individuare luoghi idonei e separati è prioritaria, vanno trovate al più presto soluzioni adeguate».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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