Romani interrogata: «Prendete anche il mio Cartier»

Giovedì 24 Gennaio 2019
L'INTERROGATORIO
PORDENONE «Prendete anche il mio Cartier...». Najima Romani, lignanese, compagna di Fabio Gaiatto, ha messo a disposizione della Procura di Pordenone anche il costoso orologio da polso, che adesso si trova tra gli effetti personali che ha dovuto consegnare quando a dicembre è stata portata in carcere a Trieste. Lo ha offerto al procuratore Raffaele Tito martedì pomeriggio, durante l'interrogatorio a cui aveva chiesto di essere sottoposta.
Accanto a lei non c'era l'avvocato Maurizio Miculan. Il legale udinese ha revocato il mandato dopo che il gip Rodolfo Piccin ha aggravato la misura cautelare per via del comportamento tenuto dalla Romani durante la perquisizione dei finanzieri della Dia di Trieste, un'attività delegata nell'ambito dell'inchiesta dell'Antimafia sulle estorsioni del clan dei Casalesi. In quell'occasione cercò di sottrarre al sequestro documenti e un telefonino. «Quando ho visto la Dia, mi sono spaventata - si è giustificata la 31enne a cui inizialmente erano stati riservati i domiciliari - Ho avuto un colpo di testa».
Ma non è sulla perquisizione della Dia che il magistrato si è concentrato. Da Najima Romani voleva altre indicazioni. Dov'è il presunto tesoro di Gaiatto? C'è qualche conto estero dove sono confluiti i soldi dei risparmiatori che si sono affidati alla Venice Investment Group? La donna non sarebbe in grado di fornire indicazioni precise. Ha offerto l'orologio, ha dato la disponibilità al sequestro di altri due immobili in Slovenia, ma nulla sa sui conti correnti del compagno. Sulle stesse carte di credito sequestrate nell'abitazione di Portovecchio il 18 dicembre, ha ridimensionato tutto. Sono 14, appoggiate a conti correnti esteri. Dieci sono intestate a Gaiatto. Quattro sono intestate alla Romani, sempre legate a conti esteri. L'ultima è una Western Union. La Romani ha parlato di un «equivoco». Insomma, sarebbero carte abbinate a conti correnti vuoti.
Ad assistere la Romani durante le due ore di interrogatorio è stata l'avvocato Elisa Trevisan. Era d'ufficio, ma nei prossimi giorni potrebbe diventare di fiducia. Il legale conferma che da parte dell'indagata vi è stata massima disponibilità: «Spero che l'atteggiamento propositivo e collaborativo sia stato colto. Tutto ciò che poteva conferire per risarcire i risparmiatori, è stato conferito». La compagna di Gaiatto, a cui è intestata la Studio Holding doo (società a cui fanno capo tutti gli immobili sequestrati), non è stata in grado di essere precisa sull'attività della Venice: faceva tutto il compagno. E per la Procura la caccia all'ipotetico tesoro del trader di Portogruaro continua.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci