Rintracciati in Friuli 150 migranti

Venerdì 20 Novembre 2020
Rintracciati in Friuli 150 migranti
IMMIGRAZIONE
UDINE Alla fine della giornata sono stati oltre 150 i migranti rintracciati in Friuli, una delle ondate di arrivi più consistente di questo 2020. I primi avvistamenti dopo dopo la mezzanotte di ieri lungo l'autostrada A23 all'altezza del casello autostradale di Gemona del Friuli. L'intervento della Polizia Stradale di Amaro ha permesso di individuare i primi 64 clandestini che camminavano a piedi, suddivisi in piccoli gruppetti, lungo la corsia di emergenza. Altri irregolari nelle ore successive sono stati avvistati da parte di alcuni automobilisti lungo la strada regionale Osovana, da Osoppo fino all'altezza di Colloredo di Monte Albano. Le segnalazioni dei cittadini hanno fatto scattare l'intervento delle forze dell'ordine. Sono stati automobilisti e autotrasportatori di passaggio a segnalare al Numero unico d'emergenza 112 la presenza di persone a piedi che camminavano pericolosamente sul ciglio della strada nel buio della notte. Sul posto sono sopraggiunti i carabinieri della Compagnia di Tolmezzo, gli agenti della Polizia della Questura di Udine e gli operatori sanitari del 118 e della Croce Rossa. I migranti gradualmente sono stati trasportati all'ex Caserma Cavarzerani di Udine grazie a dei bus navetta, per poi venire sottoposti ai primi accertamenti sanitari propedeutici alla quarantena anti-covid con contestuale fotosegnalamento, in attesa successivamente della valutazione delle loro istanze di richiedenti protezione internazionale. Da una prima ricostruzione, i richiedenti asilo, per lo più di nazionalità pakistana e bengalese, potrebbero essere stati trasportati illegalmente dentro furgoni o mini-van e poi abbandonati gradualmente lungo l'Autostrada. In corso le indagini per cercare di risalire ai passeur che sono riusciti a far perdere le loro tracce.
L'ATTACCO DELLA LEGA
«Il Governo, inflessibile sugli spostamenti degli italiani, chiude volentieri un occhio quando si tratta dei migranti che quotidianamente attraversano irregolarmente il confine, aggirando ogni tipo di controllo anche sanitario per poi spostarsi tranquillamente da un comune all'altro, mettendo così a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini del Friuli Venezia Giulia». Ad attaccare sulla nuova ondata di arrivi, il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Mauro Bordin, il quale «ironicamente», chiede «se il Governo abbia previsto per i migranti un modulo specifico di autocertificazione». «I cittadini, vincolati a spostarsi all'interno dei propri comuni di residenza, si sono dimostrati rispettosi delle regole imposte dal colore arancione con cui il Governo ha scelto di dipingere la nostra Regione. È paradossale - commenta l'esponente della Lega - come, da un lato si chieda ai cittadini e alle imprese un sacrificio che in questo momento eccede i dati oggettivi del territorio, e dall'altro il Governo non faccia nulla per controllare efficacemente i confini, consentendo l'ingresso indiscriminato di migranti che entrano in Fvg dopo aver attraversato molti paesi dei Balcani ad alto rischio sanitario. Anche l'assessore alla sicurezza del Comune di Udine, Alessandro Ciani si arrabbia: «Meno male che il Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese aveva annunciato, durante la sua visita a Trieste, interventi tesi a risolvere il problema. Visti i risultati c'è da domandarsi se si tratti più di incapacità o di disinteresse, ma poco cambia; quello che è certo è che questo Governo, abbandonando i territori a sé stessi nella gestione dei flussi migratori, dovrà prendersi la responsabilità delle conseguenze della propria assenza».
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