Rifiuti, soluzione-tampone grazie alla discarica di Cordenons

Sabato 4 Aprile 2020
AMBIENTE
UDINE Si sblocca in Friuli la situazione dei rifiuti, anche grazie all'ordinanza del governatore Massimiliano Fedriga, arrivata dopo le sollecitazioni di gestori e consorzi per i timori legati allo stop o comunque al rallentamento - delle esportazioni di molti materiali, dal Combustibile solido secondario alla plastica, fuori regione.
A SAN GIORGIO DI NOGARO
Alla piattaforma Corepla per le plastiche gestita da I.Blu, i materiali accumulatisi hanno trovato una via di uscita. «Non abbiamo più 4mila tonnellate in giacenza, al 2 aprile eravamo sotto le 3mila tonnellate ferme di cui 2.200 in uscita. Grazie alle convenzioni con la discarica di Cordenons gestita da Herambiente spiega Mirko Bottolo già prima dell'ordinanza sono state attivate le procedure che ci hanno permesso di smaltire la plastica che non si riesce a riciclare. In una settimana abbiamo fatto una quindicina di viaggi con carichi da 25 tonnellate fra l'inceneritore di Trieste e la discarica di Cordenons contro la media normale di 3-4 viaggi: vuole dire oltre 250 tonnellate in più a settimana. Inoltre, Skyplastic, che pure aveva deciso di non ritirare nulla, con senso di responsabilità ha accolto 600 tonnellate di granulo di polietilene e poliolefine usato nello stampaggio. Anche Corepla ha fatto un grande sforzo per aiutarci e Iren, che sta acquistando l'80% di I.Blu (l'accordo con Idealservice si sta perfezionando ndr) ha messo in atto un piano straordinario di ritiro del plasmix per offrire spazi per tutto il trimestre».
Il termovalorizzatore di Trieste, come spiega l'ad di Herambiente (che detiene anche la discarica di Cordenons) Andrea Ramonda, sta ricevendo i rifiuti delle persone in quarantena di tutto il Fvg: «L'impianto di Trieste deve dare questo servizio. Ma i volumi sono irrisori: si stimano 500-600 tonnellate su un periodo di 2-3 mesi, per un impianto che ogni anno tratta 160mila tonnellate». Per i sovvalli e i materiali in uscita dagli impianti di trattamento (come per la plastica di I.Blu), «che prima avevano sbocchi sul mercato estero, mentre ora per l'emergenza covid le uscite sono crollate», per andare incontro ai centri friulani «abbiamo aperto a una maggiore disponibilità a Cordenons. La discarica è pubblica. Per i.Blu si tratta di qualche migliaio di tonnellate. La Regione dev'essere orgogliosa di avere un sistema di impianti che altrove non ci sono: le battaglie sono servite. Oggi tutti si sono accorti che l'incenerimento forse serve e forse si capisce che una discarica di servizio una regione o una provincia, la deve avere». Ma, aggiunge, «stiamo affrontando una potenziale criticità legata alle scorie del termovalorizzatore di Trieste, un materiale che prima andava alla filiera dell'edilizia, mentre ora è tutto bloccato. L'ordinanza regionale ci permette, su richiesta, di portare provvisoriamente queste scorie a Cordenons, circa 2mila tonnellate al mese». In discarica, tuttavia, per ora in generale «i sovvalli da rifiuti urbani in entrata non sono aumentati».
A MANZANO
L'inceneritore di Greenman, che accoglie i materiali di Snua, «non può trattare più materiale di quanto non faccia già spiega la responsabile Martina Ricetto È autorizzato per 66 tonnellate al giorno, ne facciamo di media 50, di più non siamo in grado». Anche Ramonda concorda con Luci che «non si può sempre dire no sui rifiuti». Ma Luci (che non ha avuto richieste in più per i suoi impianti) fa un passo in più. «L'ordinanza di Fedriga è un atto dovuto. Ma ci vuole già il seguito. La Regione tiri fuori dai cassetti i progetti per le discariche e gli impianti, anche per la provincia di Udine; si verifichino quelli seri e si faccia in modo che non sia l'elefante burocratico a fermarli. È evidente che le responsabilità in tema di rifiuti non sono in capo a questa giunta, ma lo saranno se anche questa giunta non prenderà decisioni. Dobbiamo arrivare il più vicino possibile all'autosufficienza. Invece oggi portiamo gli scarti in Austria e Germania e poi compriamo energia da loro. L'inquinamento si genera anche con il turismo dei rifiuti». Secondo Luci «l'ordinanza consente l'aumento degli stoccaggi, ma non risolve il problema alla radice. Quando vuoteremo quei parcheggi, dove porteremo i rifiuti? Possibile che non si possa riunire gli imprenditori per metter su un impianto in un mese e risolvere il problema alla radice?».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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