Riciclaggio di auto, dodici arresti

Mercoledì 23 Gennaio 2019
IL CASO
CODROIPO È stato arrestato ieri mattina all'alba a Codroipo uno dei dodici destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare, indagati nell'ambito di una vasta operazione della Polizia stradale di Roma contro il riciclaggio internazionale di auto. Si tratta di un giovane di origini moldave, un ragazzo di 23 anni, D.D., da tempo in Italia, residente a Roma. In Friuli, da quanto si è appreso, sarebbe arrivato da appena qualche giorno. Qui, secondo quanto avrebbe lui stesso riferito agli agenti che gli hanno notificato la misura, aveva trovato lavoro ed era ospite di alcuni conoscenti. E' nella loro abitazione che ieri mattina lo ha rintracciato la Polizia di Stato con la Squadra Volante della Questura di Udine. Il giovane è stato condotto in carcere a Udine in attesa dell'interrogatorio di garanzia. L'operazione Hyrid, coordinata dalla Procura di Roma con il pool reati gravi contro il patrimonio, durata quasi un anno di lavoro, ha consentito agli agenti della Polstrada di arrestare in totale 30 persone tra cittadini italiani, albanesi, moldavi e polacchi. Di questi, 18 erano già stati arrestati durante le indagini, nei mesi precedenti. Gli ultimi 12 sono stati raggiunti all'alba di ieri da altrettanti provvedimenti di custodia cautelare, dieci in carcere e due ai domiciliari. Gli arresti sono stati eseguiti principalmente tra Roma ed i comuni laziali di Nettuno e Marino, con l'impiego di oltre 90 uomini della Polstrada e con l'ausilio delle unità cinofile della Questura di Roma Le misure cautelari, emesse dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura, sono state disposte a vario titolo per i reati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di veicoli, furto, ricettazione, falso e occultamento di documenti, con l'aggravante della transnazionalità in quanto, in molti casi, i crimini sarebbero stati preparati, pianificati, diretti e controllati anche da altri Paesi, tra cui Polonia, Bulgaria, Albania, Spagna e Germania. Talvolta la condotta illecita sarebbe stata commessa in più Stati. Le indagini hanno permesso di recuperare almeno un centinaio di veicoli rubati, talvolta già smontati e ridotti in pezzi di ricambio, insieme a documenti e attrezzature. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, l'attività della banda sarebbe stata duplice. Da un lato sarebbero stati scelti i veicoli da cannibalizzare, ovvero da smontare per ricavare costosi pezzi di ricambio che, privati degli elementi identificativi, venivano poi immessi nel mercato internazionale clandestino, anche attraverso i circuiti di vendite on line. Dall'altro lato sarebbero stati individuati veicoli di grossa cilindrata da rivendere in nero sul mercato parallelo dopo essere state opportunamente ripulite. Le auto sarebbero state così distribuite in Italia e nei Paesi dell'Est Europa. A capo della banda, secondo gli inquirenti, c'era un cittadino albanese che si avvaleva della stretta collaborazione di due fidati complici italiani e di un assortito gruppo di persone a cui erano affidati precisi incarichi, quali ad esempio il furto delle auto, il trasporto in officine improvvisate, l'attività di smontaggio.
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci