Resti romani in via Mercatovecchio, il cantiere continua

Mercoledì 14 Agosto 2019
Resti romani in via Mercatovecchio, il cantiere continua
GLI SCAVI
UDINE Resti romani in via Mercatovecchio, ma i lavori degli archeologi non incideranno sulla sistemazione della strada: gli scavi, infatti, verranno fatti nella settimana di Ferragosto durante la quale in cantiere è fermo. Come ha spiegato la referente per la Soprintendenza per il territorio di Udine, Giorgia Musina, in accordo con Palazzo D'Aronco verrà portato avanti l'approfondimento richiesto dalle Belle Arti nei giorni in cui l'impresa è in ferie. Il cantiere, che avrebbe dovuto essere chiuso, è stato eccezionalmente lasciato accessibile agli specialisti che potranno operare in libertà e il cui lavoro dovrebbe concludersi entro la settimana, a meno che durante gli scavi non emergano nuovi ritrovamenti a modificare la situazione. Per ora quindi non ci saranno cambiamenti al cronoprogramma originario secondo cui la ripavimentazione del primo lotto dovrebbe cominciare a settembre e i lavori complessivi terminare al massimo per il 18 febbraio 2020.
I RITROVAMENTI
La settimana scorsa, durante gli scavi per la fognatura di via Mercatovecchio, che sono eseguiti sotto la sorveglianza archeologica della ditta specializzata Arxé s.n.c. e la Direzione scientifica del funzionario archeologo Musina (era stata la stessa Soprintendenza a chiedere al Comune che il cantiere fosse seguito anche da questo punto di vista), sono emersi importanti rinvenimenti che hanno spinto la Soprintendenza del Fvg a chiedere un approfondimento stratigrafico, accordato dal Comune, reso necessario «dall'eccezionalità delle evidenze emerse nel corso della sorveglianza che costituiscono quasi un unicum nella città di Udine, di cui è ampiamente attestato il passato protostorico e medievale ma che fino a oggi aveva restituito solo tracce sporadiche di età romana». Finora il saggio di approfondimento ha messo in luce un tratto di muratura pertinente a un edificio di età bassomedievale e la preparazione del relativo piano pavimentale. Dagli strati più antichi invece sono emersi piani di frequentazione che hanno restituito reperti ceramici attribuibili a epoca romana, attestanti pertanto un'occupazione dell'area in quel periodo. Solo la prosecuzione degli scavi potrà fornire ulteriori elementi per la corretta interpretazione delle successioni stratigrafiche.
L'IMPORTANZA DELLA SCOPERTA
Come spiega Musina, la presenza romana a Udine era testimoniata direttamente solo nei dintorni e non nel centro della città, anche se gli indizi c'erano. Questi piani romani, non intaccati, così a ridosso del Castello, rappresentano quindi una importante prova del fatto che i Romani frequentavano il centro città, frequentazione che già gli archeologi immaginavano. Si tratta, per ora, di dati preliminari: per avere risultati più precisi si dovrà attendere il termine delle indagini, durante le quali i reperti verranno datati attraverso le ceramiche ritrovate nei vari strati. Rimane poi aperta la possibilità che altri resti emergano nel proseguo degli scavi. Poi si valuterà anche come valorizzare i ritrovamenti, una valorizzazione che sarà fatta di concerto con Palazzo D'Aronco, e di cui beneficerà la città e la storia della regione (a quanto pare, per ora ciò che è stato trovato non giustifica l'ipotesi di installare passerelle di vetro).
PIETRA PIASENTINA
Nel frattempo, si attendono i risultati delle analisi chimiche e mineralogiche sul campione di pietra che la ditta che si occupa della pavimentazione di via Mercatovecchio ha consegnato al Comune. L'approfondimento dirà se il materiale è conforme o meno al capitolato di gara, che prevede esplicitamente pietre provenienti dalle cave cividalesi.
Al.Pi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci